Nella "Buona università" piano per il reclutamento dei docenti
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Nella “Buona università” del governo Renzi anche un piano per il reclutamento dei docenti

da | Apr 2015 | News | 0 commenti

Ai nostri atenei serve un piano per il reclutamento dei docenti. E a rispondere a questa ormai impellente necessità potrebbe essere il governo Renzi. Ad anticiparlo è la senatrice Francesca Puglisi, responsabile PD per scuola, università e ricerca, che annunciato la presenza nella “Buona università” – ossia la riforma che l’esecutivo ha in mente per il rilancio del sistema accademico italiano – di un programma per l’assunzione di nuovi professori, che vadano a colmare i vuoti creati dal blocco del turn over.

A seguito di una giornata di ascolto del mondo universitario denominata YOUniversity.Lab, che si è tenuta lo scorso 28 febbraio, sono state individuate alcune delle priorità sulla quali intervenire. Tra queste, ha spiegato ad Huffington Post la senatrice Puglisi, anche il ringiovanimento degli atenei, da attuarsi secondo il governo Renzi attraverso una semplificazione del percorso per arrivare ad avere una cattedra “con un contratto a tutele crescenti, attraverso step di valutazione”.

Il piano di reclutamento dei docenti che dovrebbe essere contenuto nella “Buona università” andrebbe a dare un po’ di ossigeno agli atenei, da troppo tempo costretti a fare i salti mortali per garantire lo svolgimento della didattica nonostante gli stringenti vincoli imposti dal blocco del turn over, che ha impedito di sostituire gran parte dei professori andati in pensione e spesso ha imposto di dover far ricorso ai docenti a contratto per non dover chiudere corsi di laurea. Oppure, in molti casi sono stati distolti dal proprio lavoro i ricercatori, perché tenessero le lezioni agli studenti.

La situazione degli organici degli atenei è già molto grave ed è addirittura previsto un peggioramento: se dal 2003 al 2013 il numero dei docenti ordinari e associati è sceso del 18 per cento, si stima che entro il 2016 esso calerà di un ulteriore 14 per cento. Numeri da vera emergenza. Ecco perché un eventuale piano per il reclutamento dei docenti giungerebbe come manna dal cielo.

L’annuncio della senatrice del PD suona, tuttavia, un po’ dissonante con quanto appena fatto dal ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – e sua compagna di partito – Stefania Giannini. La quale, lo scorso 27 marzo, ha firmato un decreto che permette agli atenei di raggiungere i parametri necessari per l’accreditamento dei corsi di studio anche attraverso i professori a contratto. La mossa del MIUR sembra andare nella direzione opposta rispetto alla realizzazione di un piano per il reclutamento dei docenti, incoraggiando ulteriormente il ricorso alla figura del professore precario, che spesso tiene le lezioni a fronte di un compenso misero e in alcuni casi perfino inesistente, accontentandosi solo del prestigio.

Quest’ultimo provvedimento del ministro Giannini non convince nemmeno le associazioni studentesche. “La risposta del ministero non è quella che ci si potrebbe aspettare per risolvere alla radice il problema”, spiega Alberto Campailla, portavoce di LINK-Coordinamento universitario, “invece di permettere agli atenei di assumere un contingente aggiuntivo di docenti, si preferisce una soluzione tampone inserita nella miope ottica dell’emergenza, che preferisce utilizzare nuovamente figure precarie per sostenere un sistema ormai al collasso per la mancanza i fondi”.

Al di là degli annunci, chissà se davvero la “Buona università” del governo Renzi conterrà un piano per il reclutamento dei docenti in grado di allentare la morsa nella quale da troppo tempo sono stretti gli atenei italiani. Non resta che attendere per saperlo.

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