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Università di Bologna, i collettivi contestano la ReUniOn degli ex studenti

da | Giu 2015 | News | 0 commenti

Una grande festa per celebrare i laureati e gli ex studenti dell’Università di Bologna. Questa è, nelle intenzioni dell’ateneo, la ReUniOn, che si è iniziata oggi – 19 giugno 2015 – e si concluderà domenica 21. Ma non tutti hanno dimostrato di apprezzare questa tre giorni di musica, spettacolo, dibattiti mostre e altri eventi. L’info box della manifestazione sito in piazza Verdi, infatti, è stato preso di mira dagli studenti del collettivo CUA, che, attraverso l’affissione di striscioni di protesta, hanno contestato la ReUniOn e le politiche dell’Alma Mater.

L’iniziativa dell’Università di Bologna è per il momento un unicum tra gli atenei italiani, ma ha una lunga tradizione nel mondo anglosassone – specialmente negli Stati Uniti – dove college e università tengono i contatti con i propri alumni praticamente per tutta la vita e con cadenza regolare li invitano a riunirsi in occasione di eventi organizzati proprio con questo scopo.

La ReUniOn, che ha portato a Bologna, tra gli altri, anche ex studenti del calibro di Massimo Cacciari, Umberto Eco, Francesco Guccini e Romano Prodi, però, non è stata considerata unanimemente una buona idea. A contestarla sono in particolare i giovani del Collettivo Universitario Autonomo (CUA), che punta il dito sulle spese sostenute dall’Alma Mater per organizzare questo evento. La protesta si è realizzata attraverso l’occupazione dell’info box della ReUniON sito in piazza Verdi e l’apposizione di striscioni e cartelli nei quali si sottolinea come – a fronte di una spesa di 500mila euro per la tre giorni di festa – l’ateneo continui a portare avanti una politica accademica che non si adopera contro la precarietà.

L’evento è stato ribattezzato dagli studenti del collettivo CUA “ReUniOff” ed è stato definito “vetrina” per celebrare il mito dei laureati dell’Alma Mater, mettendo sotto i riflettori solo i pochi che “ce l’hanno fatta” e ignorando la maggioranza dei laureati attuali che si dibattono nelle sabbie mobili del lavoro precario. Le risorse messe in campo per la ReUniOn, accusano, gli studenti, si sarebbero potute impiegare più proficuamente per migliorare le condizioni degli attuali iscritti.

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