Ddl università, Berlusconi fiducioso su via libera Senato
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Berlusconi: “Il ddl Gelmini passerà. Le proteste non mi preoccupano”

da | Dic 2010 | News | 0 commenti

Il presidente del consiglio ostenta sicurezza sul via libera definitivo del Senato al disegno di legge di riforma dell’università e si dice certo che sarà positiva per gli studenti. Parlando ai giornalisti a margine del consiglio europeo, Silvio Berlusconi afferma che le manifestazioni di piazza non lo preoccupano e usa parole dure contro “le infiltrazioni dei centri sociali” nel corteo di martedì 14 dicembre. Sull’ok del Senato alla riforma non ha dubbi, tanto da ritenere che nel caso di un voto contrario “non ci sarebbe limite all’indecenza“.
Intanto, dopo lo scontro in commissione Istruzione a Palazzo Madama, il Partito democratico annuncia che ripresenterà in Aula i suoi 400 emendamenti unitamente alle pregiudiziali di costituzionalità . Da lunedì 20 dicembre il ddl Gelmini affronta l’iter per la terza lettura senza relatore: la commissione Cultura ha infatti rinunciato a esaminare i 500 emendamenti delle opposizioni su cui ora dovrà esprimersi l’Aula. Respinta anche la richiesta del Pd alla maggioranza di esaminare soltanto alcuni emendamenti per assegnare risorse aggiuntive a studenti bisognosi e ricercatori.

“Mi auguro una pronta approvazione del ddl” ha detto il ministro Mariastella Gelmini, sia per metter mano “immediatamente dopo ai decreti delegati e bandire i concorsi per associati” sia per cominciare a “individuare i criteri per gli scatti meritocratici“. Il ministro dell’Università ha ribadito che il suo auspicio è utilizzare quanto prima i fondi stanziati per il provvedimento di riforma.
Ma sulla bontà del testo giunto al termine del suo viaggio parlamentare non si arresta la schermaglia politica. Per l’ex ministro Pd dell’Istruzione Giuseppe Fioroni “nell’università si è tagliato non scegliendo”, cioè in maniera orizzontale e tale da non rimediare a sprechi e inefficienze. Sostiene invece il provvedimento il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, per il quale bisogna “cambiare il sistema apicale all’interno delle università” introducendo criteri di competitività molto forti.

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