Banca d'Italia, i rendimenti dell'istruzione
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Banca d’Italia: investire sì, ma in titoli di studio

da | Nov 2009 | News | 1 commento

Lauree e diplomi rendono più di pacchetti azionari e titoli di mercato. A confermarlo è una recente pubblicazione della Banca d’Italia dedicata ai rendimenti dell’istruzione.

Secondo il paper, curato dagli economisti Federico Cingano e Piero Cipollone, a un cittadino italiano conviene più investire in titoli di studio che in titoli di mercato. Stando alla ricerca, infatti, il singolo studente sarà ripagato molto meglio in termini di salario e possibilità di occupazione.

Lo studio della Banca d’Italia spiega che investire in azioni e titoli obbligazionari ha avuto rendimenti annui pari a non più del 5,2 per cento negli anni compresi tra il 1950 e il 2000. Spendere nell’istruzione, invece, farebbe guadagnare al singolo fino al 9 per cento della spesa iniziale.

Cosa significa? Che se per ogni mille euro investiti nel mercato finanziario ne ritorneranno indietro al massimo cinquanta, la stessa cifra spesa nel settore dell’istruzione farà guadagnare al singolo circa il doppio.

Dalla pubblicazione della Banca d’Italia emerge inoltre che la laurea rende più del titolo conseguito presso la scuola secondaria, fatta eccezione per il Nord Ovest, e che investire nell’istruzione conviene in special modo alle regioni del Mezzogiorno e alle donne.

Il paper della Banca d’Italia, non tralascia comunque i vantaggi per lo Stato. E questo non esclusivamente in termini di innalzamento della produttività del mercato, ma anche per quanto riguarda le entrate fiscali: «I risultati indicano che nel lungo periodo la maggior spesa pubblica necessaria a finanziare un dato aumento del livello di istruzione sarebbe più che compensata dall’aumento delle entrate fiscali e dai minori costi derivanti dall’aumento del tasso di occupazione» si legge nel documento.

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Andrea
Andrea
13 anni fa

La banca D’italia,

Haun ufficio studi molto serio, indipendente, e altamente professionale..
Quello che afferma è chiaro e noto a olti non solo economisti, ma docenti, formatori, consulenti, etc…
Il problerma è che a fronte di queste ricerche, c’è qualche politico che raccoglie il messaggio ??
L’investimento in istruzione, ricerca, etc, a lungo andare batte sicuramente qualsiasi crisi economica, fianaziaria e strutturale, ma i politici sembrano non capire questo, e purtroppo loro hanno le leve del potere…. !!! Questo è il problema.
La massimizzazione del consenso, ha prodotto la minimizzaizone dei servizi !!!!