Classifica Censis 2014 degli atenei privati grandi
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Atenei privati “grandi”, Bocconi leader nella classifica Censis 2014

da | Ago 2014 | News | 0 commenti

Con la Grande guida università 2014-2015 di Repubblica debuttano le graduatorie delle università non statali e la Bocconi aggiunge un nuovo alloro al suo palmares. Nella classifica Censis 2014 degli atenei privati grandi, ovvero quelli con un numero di iscritti che nell’anno accademico 2012-2013 ha superato i 10mila, l’università milanese specializzata nelle scienze economiche e in quelle giuridiche si aggiudica, infatti, il primo posto.

 

In realtà, la classifica Censis 2014 degli atenei privati grandi comprende solo due università, poiché tutte le altre istituzioni non statali italiane non raggiungono il numero di iscritti necessario a rientrare in questa categoria. Nonostante l’esiguo numero di concorrenti, la lotta per la vetta non era meno dura, perché a contendersi la prima posizione erano le due università private italiane di più antica tradizione, Bocconi e Cattolica, con la prima che ha avuto la meglio su quella fondata da padre Agostino Gemelli.

La Bocconi è giunta al primo posto della classifica Censis 2014 degli atenei privati grandi riportando un punteggio medio di 91,6 su 110, con punte di eccellenza per quanto riguarda le borse (107), l’internazionalizzazione (101) e i contenuti web (109), ma anche qualche “ombra” sul piano dei servizi – fermi a 71 punti – e delle strutture, che con una valutazione pari a 70 si sono meritate solo 4 punti in più rispetto al minimo (66).

L’illustre rivale dell’università di via Sarfatti, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, si è dovuta rassegnare ad essere seconda (e ultima) nella classifica Censis 2014 degli atenei privati grandi. Una sconfitta netta, visto che il suo punteggio medio, pari a 80, è inferiore di 11,6 punti a quello della leader. La Cattolica, però, può parzialmente consolarsi grazie al risultato superiore ottenuto dalle proprie strutture, il cui punteggio è 72 (+2 rispetto alla Bocconi), e soprattutto dai propri servizi, che hanno meritato 4 punti in più nei confronti di quelli della rivale, ottenendone 75. Ma ciò non è bastato a compensare le non esaltanti valutazioni riportate da borse (80), web (99) e internazionalizzazione, indicatore in cui si è fermata ad appena 74 punti, e a salvarla dal finire dietro.

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