Nelle università africane sono ancora troppo poche le donne che scelgono di dedicarsi allo studio delle scienze “dure” e in particolare il gentil sesso è ancora troppo poco rappresentato nei ranghi accademici in ambito scientifico. Nonostante la disponibilità di fondi, cercare di reclutare docenti donne nel settore scientifico è ancora una missione ardua.
È stata questa una delle problematiche discusse qualche settimana fa a Città del Capo da alcune professoresse delle università del Botswana, Mauritius e Tanzania, nell’ambito della Hers-Sa Academy, una organizzazione no-profit per il progresso delle donne nell’alta formazione.
Tutte d’accordo sul fatto che all’origine del problema risiede la mancanza di modelli sociali di riferimento in questi ruoli, ma risulta anche univoco il fatto che non si tratta di uno squilibrio soltanto africano: il predominio numerico degli uomini nei settori scientifici è un fenomeno mondiale e anche in Africa le donne generalmente evitano di studiare “scienze dure” (dalle scienze naturali alla fisica, così come ingegneria civile o meccanica), preferendo dedicarsi a settori scientifici più “soft” oppure alle scienze sociali.
“Questo perpetua la percezione che le donne siano intellettualmente meno dotate rispetto agli uomini in questi ambiti, cosa che non è affatto vera”, commenta Rommela Mohee, preside di ingegneria all’Università delle Mauritius. Ma secondo alcune laureate trovare lavoro come ingegnere o fisico è dura per le donne alle Mauritius, spesso si ricorre ad una donna solo dopo aver chiamato e offerto una opportunità a tutti i candidati maschi con la stessa qualifica. Allo stesso tempo lo stipendio di un professore di prima fascia è troppo basso, e molte ragazze preferiscono cercare lavoro nel privato scegliendo altri tipi di studi.
Simile la situazione in Botswana dove al momento il Dipartimento di ingegneria conta soltanto due docenti donne. Ma la sfida di attrarre studentesse e personale al femminile è destinata ad intensificarsi con l’apertura della seconda università pubblica del Paese, la Botswana International University of Science and Technology, in programma l’anno prossimo.