I dottorandi dell’Adi hanno incontrato lunedì il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo per parlare di riforma del dottorato di ricerca e, in particolare, del regolamento con cui si dovrebbe attuare l’art. 19 della legge 240/2010, la cosiddetta riforma Gelmini. L’Adi ha sottolineato come, nonostante la condivisione espressa su numerosi punti del testo in esame, sia ancora necessario intervenire su alcuni passaggi chiave del regolamento. I dottorandi chiedono infatti il superamento del dottorato senza borsa o, in subordine, la reintroduzione di un rapporto fisso tra posti di dottorato banditi con borsa e senza borsa e l’eliminazione delle tasse per i dottorandi non beneficiari di borsa di studio.
Il ministro Profumo, che di recente ha avviato la selezione di alcuni giovani collaboratori proprio prevedendo il requisito del dottorato, non ha accolto alcuna di queste proposte, manifestando la ferma intenzione di non modificare l’impianto normativo del suo predecessore Mariastella Gelmini. Il titolare del Miur ha motivato la sua posizione affermando che i posti senza borsa sono coperti in molti casi da borse non ministeriali ottenute dai dottorandi dopo il concorso e che, in definitiva, gli importi da pagare per chi è senza borsa sono accettabili.
Il ministro ha respinto le proposte dell’Adi anche in merito al congedo per i dipendenti pubblici che intendono svolgere un dottorato. In questo caso l’Adi proponeva di eliminare il riferimento alla discrezionalità da parte dell’amministrazione nel concedere il congedo contenuto nella legge 240/2010. No anche alla introduzione di un rapporto di proporzione fissa tra contratti per ricercatori a tempo determinato di tipo A e ricercatori a tempo determinato di tipo B: attualmente il rapporto è di 1 a 100 e lascia pensare che l’introduzione della figura del ricercatore a tempo determinato avrà come effetto l’ulteriore proliferazione del precariato nel mondo accademico.
“L’unica nota positiva dell’incontro – commenta pubblicamente l’Adi – viene dall’annuncio da parte del ministro dell’imminente varo di misure per la valorizzazione del titolo di Dottore di ricerca”. E se su questa proposta l’associazione offre sostegno e collaborazione a Profumo, allo stesso tempo conferma il giudizio “fortemente critico” sulla condotta di Profumo in materia di dottorati, soprattutto per la sottovalutazione da parte del Miur delle pesanti conseguenze, economiche ma anche da punto di vista della qualità della ricerca, che si riversano su chi accetta di svolgere un dottorato senza borsa.
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