Inizia la ricerca sfrenata dell’
alloggio vicino all’università per le
matricole che hanno deciso di iscriversi a un ateneo lontano da casa e che tra qualche mese saranno bollati come studenti “
fuori sede“. Intere famiglie che si mobilitano per trovare una sistemazione comoda e sufficientemente economica, settimane passate a spulciare bacheche di facoltà ed elenchi telefonici. È una scena che si ripete ogni estate a partire dalla conclusione degli esami di maturità. Quello degli
affitti per gli
studenti, però, continua a non essere un mercato facile. Secondo quanto appena diffuso dall’ADICO – l’Associazione a difesa dei consumatori – su
15 studenti che cercano casa solo uno riesce ad accedere agli alloggi convenzionati messi a disposizione dallo stato.
Su oltre
7mila studenti fuori sede, infatti, i
posti-letto messi a disposizione dal Ministero dell’Istruzione sono meno di 47mila (46.834, per la precisione, secondo quanto diffuso dall’associazione che fa riferimento ai dati Miur).
Questa situazione di scarsità è pericolosa, ammonisce
Carlo Garofolini, presidente ADICO, perché non solo rischia di “incidere negativamente sulle immatricolazioni degli atenei”, ma sopratutto perché incentivo al
mercato nero dei posti letto.
Quello dei
contratti non registrati ormai costituisce una parte consistente del mercato immobiliare studentesco, un fenomeno diffuso praticamente in tutte le città universitarie italiane. “Bisogna incentivare gli atenei e le aziende per il diritto allo studio a facilitare la ricerca di un alloggio che garantisca uno standard minimo di comfort e sicurezza e combattere la piaga degli affitti irregolari” ha ricordato Garofolini.
Intanto alcuni
atenei prendono provvedimenti. A
Bologna, l’Alma Mater ha da poco dato vita a uno
sportello contro gli affitti in nero, per orientare gli studenti nel caos degli annunci immobiliari ed informarli sui vantaggi del contratto regolare. In
Toscana, invece, è stata l’azienda regionale per il diritto allo studio a pubblicare un
vademecum per matricole in cerca di un tetto nelle città universitarie della regione. A
Lecce l’Unione degli universitari e Università del Salento, già dallo scorso anno stanno sperimentando l’iniziativa “Cercalloggio”, volta a fare da tramite tra proprietari e studenti.
A
Palermo, poi, l’Università ha appena inventato un “
bollino blu” per contraddistinguere gli alloggi di qualità dai cosiddetti “annunci civetta”; la valutazione avviene in base al costo, alla posizione e ai servizi offerti dal proprietario in questione. Un modo per sopperire alla carenza degli alloggi messi a disposizione dall’azienda locale per il diritto allo studio (Ersu, ndr) e “scoraggiare il fenomeno degli affitti in nero di case che a volte non hanno neanche i requisiti di sicurezza” dice il rettore dell’ateneo siciliano, Roberto Lagalla.