Columbia Business School: "Viaggiare rende più creativi"
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L’estro aumenta andando all’estero: viaggiare rende più creativi

da | Apr 2015 | News | 0 commenti

Pensate che il genio sia frutto di solitario struggimento maturato nel chiuso di una stanza? Sbagliato. Secondo recenti studi, viaggiare rende più creativi e i soggiorni al di fuori dei confini del proprio paese di provenienza – purché non troppo brevi – producono cambiamenti evidenti nel cervello, rendendo più plastiche le reti neurali. “Le esperienze vissute all’estero rafforzano sia la flessibilità cognitiva sia la capacità di approfondire e di integrare i pensieri, la facoltà di stabilire collegamenti profondi tra forme molto diverse”, sostiene Adam Galinsky, che insegna alla Columbia Business School e ha appena pubblicato uno delle ultime ricerche in materia.

State già facendo le valigie? Attenzione. Gli effetti dei viaggi sulla creatività si manifestano solo se il viaggiatore ha come caratteristiche “la disponibilità a farsi coinvolgere, la capacità di immergersi in un’altra cultura e di adattarsi“, perché “chi vive all’estero senza confrontarsi con la cultura locale non riceverà grandi benefici”, spiega Galinsky.

L’ultimo studio di Galinsky ha preso in esame 270 direttori creativi di case di alta moda, confrontando le loro esperienze di vita. Coadiuvato da Frédéric Godart, William Maddux e Andrew Shipilov, il professore della business school della prestigiosa università newyorchese ha scoperto che esiste un collegamento tra il tempo che i direttori creativi hanno trascorso all’estero e le innovazioni proposte a livello di prodotti e design, sia sul piano della qualità che su quello della quantità delle collezioni. La deduzione che viaggiare rende più creativi è stata dettata dal constatare che le case di moda i cui stilisti avevano soggiornato di più all’estero avevano prodotto più collezioni, rispetto a quello con fashion designer meno propensi agli spostamenti.

Se viaggiare rende più creativi ci si aspetterebbe che l’estro fosse legato anche al numero di paesi nei quali si è stati. A sorpresa, invece, lo studio di Galinsky e collaboratori ha scoperto che non è così: se il direttore creativo aveva vissuto e lavorato in oltre tre paesi stranieri, era più estroso di chi non si era mai spostato, me meno rispetto a chi aveva soggiornato in un minor numero di stati esteri. Gli studiosi ipotizzano che ciò sia dovuto al fatto che all’aumentare dei paesi corrisponda un minor coinvolgimento emotivo.

Inoltre, sembrerebbe che viaggiare renda più creativi purché lo si faccia in zone con culture non eccessivamente dissimili dalla propria. Questo perché, secondo i ricercatori americani, culture troppo diverse possono indurre a richiudersi in se stessi e a mantenere le distanze.

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