All'Università di Verona doppio libretto per i transgender
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Anche all’Università di Verona arriva il doppio libretto per gli studenti transgender

da | Set 2014 | News | 0 commenti

D’ora in poi anche all’Università di Verona gli studenti transgender avranno un doppio libretto, per aiutarli a tutelare la propria privacy in un momento tanto delicato e personale come quello della transizione da un genere sessuale all’altro. Nel primo documento ci saranno i dati anagrafici originari dello studente, mentre nel secondo quelli aggiornati alla situazione attuale, tra cui anche il nuovo nome scelto. Ciascuno studente transessuale riceverà anche un doppio badge per accedere a servizi come la mensa o la biblioteca senza provare imbarazzi.

L’iniziativa dell’Università di Verona, stabilita nell’ultima seduta del Senato accademico, permetterà a coloro che hanno già modificato il proprio corpo, ma sono in attesa che il Tribunale accolga la loro domanda di cambiamento di sesso (con conseguente aggiornamento dei dati anagrafici da parte degli uffici preposti), di non veder più violata la propria riservatezza. Senza il doppio libretto, infatti, gli studenti transgender sono costretti ad esibire documenti conformi al loro aspetto precedente e spesso devono dare spiegazioni umilianti o subire commenti sgraditi, che in molti casi – come denunciano le associazioni LGBT – li spingono ad abbandonare gli studi.

Il doppio libretto per gli studenti transgender non è una prerogativa esclusiva dell’Università di Verona. In precedenza già a Torino, Napoli, Bologna, Urbino e Padova era stato deciso di adottare questo tipo di soluzione a tutela della privacy di coloro che sono nella fase di “passaggio” da un’identità a un altra, anche se hanno già completato la propria trasformazione fisica.

Per Maria Giovanna Sandri, presidente del consiglio degli universitari dell’Università di Verona, l’adozione del doppio libretto per gli studenti transgender è “una dimostrazione di civiltà. Auspico che la città sappia cogliere questa lezione di tutela dei diritti della persona”. E il presidente del Comitato di garanzia dell’ateneo, Elda Baggio, ha dichiarato al Corriere del Veneto che “Si tratta di un’iniziativa che ha dei risvolti pratici, quali ad esempio assicurare la riservatezza di persone che stanno seguendo un percorso che li porterà ad un cambio di sesso. Potranno così apparire agli esami con un nominativo che rispecchia maggiormente il loro aspetto esteriore. Allo stesso tempo, però, c’è anche la volontà di rispettare e valorizzare le diversità di cui ogni individuo è portatore”.

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