Università Insubria: piante transgeniche contro l'inquinamento
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Piante transgeniche contro l’inquinamento, premiata l’Università dell’Insubria

da | Apr 2010 | News | 0 commenti

Piante transgeniche in grado di ridurre l’inquinamento. Un progetto ambizioso quello che il Dipartimento di Biotecnologie e Scienze Molecolari dell’Università dell’Insubria, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma e l’Università di Perugia, sta portando avanti.
L’università per questo progetto si è infatti guadagnata il premio Mario Rippa, conferito ogni due anni dalla Società Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare al miglior progetto di ricerca a livello nazionale nell’ambito della biochimica.

Il premio è andato al ricercatore Gianluca Molla, in occasione del convegno nazionale Proteine 2010. Il progetto, con titolo in inglese “A new mechanism of glyphosate tolerance by means of protein engineering”, è stato scelto per la qualità della ricerca biotecnologica dell’ateneo dell’Insubria, nel quale l’ingegneria proteica è un settore di eccellenza a livello nazionale e internazionale.
Scendendo nello specifico il progetto mira alla produzione di piante transgeniche in grado di ridurre l’inquinamento da erbicidi, ossia di piante che contengono un enzima batterico in grado di trasformare l’erbicida in sostanze a basso impatto ambientale.
In particolare il lavoro del ricercatore Molla consiste nella produzione di una forma migliorata di questo enzima chiamato glicina ossidasi, adatta a degradare il glifosate, ossia l’erbicida più usato al mondo. In sostanza l’obiettivo finale del progetto è arrivare alla produzione di piante modificate geneticamente resistenti al glifosate e capaci di trasformare tale sostanza in prodotti non pericolosi.
Naturalmente un risultato finale positivo della ricerca, porterebbe sicuramente grossi vantaggi di carattere economico ed ambientale, dovuti ad una minore diffusione dei diserbanti.
Infine il lavoro di Molla riguarda la prima fase del progetto, ossia l’identificazione, lo studio e l’adattamento dell’enzima per lo scopo desiderato. La seconda fase, in collaborazione con l’Università di Perugia, si occuperà invece della parte applicativa, ovvero della produzione delle piante transgeniche. Per ora la sperimentazione è già partita, adesso si dovrà valutare come si comportano le piante modello.

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