Università Bologna scopre "fossile galattico"
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Scoperto un “fossile galattico” lassù tra le stelle

da | Nov 2009 | News | 0 commenti

Nella Via Lattea, la nostra galassia, si nasconde un “fossile galattico”. A questa affascinante scoperta sono giunti i ricercatori dell’Università di Bologna con la collaborazione dei colleghi americani e dell’Istituto nazionale di astrofisica.

Gli scienziati hanno scoperto per caso durante delle osservazioni, la presenza di stelle antichissime nascoste da strati di nubi stellari più giovani. Un sistema stellare insomma che è un vero e proprio “relitto” d’epoca, scoperto grazie all’impiego di un super telescopio, in grado di penetrare le fitte nubi cosmiche che avvolgono il relitto.

L’antico sistema stellare osservato si chiama Terzan 5 ed è localizzato proprio nel cuore della Via Lattea. Questo ammasso di stelle è caratterizzato dalla presenza di diverse generazioni di astri, di età e composizione chimica variabili.

L’astrofisico Francesco Ferraro dell’Università di Bologna, autore della scoperta, con altri studiosi dell’ateneo emiliano e del locale Osservatorio astronomico Inaf, è arrivato ad un’ipotesi davvero sorprendente. Il “fossile” potrebbe essere quel che resta di un antico sistema proto-galattico 500 volte più grande, che 12 miliardi di anni fa si unì ad altri formando la Via Lattea.

La scoperta di Terzan 5 è stata possibile grazie all’utilizzo di un prototipo di sistema ottico d’avanguardia, chiamato Mad e situato, in via sperimentale, su uno dei telescopi più grandi al mondo, il Very large telescope, nel deserto del Cile.

In pratica la tecnologia Mad è stata in grado di aumentare la qualità dell’immagine, tanto da poter individuare queste stelle antiche.

I colleghi americani hanno invece aiutato gli scienziati di Bologna nella ricerca, permettendo loro di utilizzare Keck, un altro telescopio situato sulla cima del vulcano Mauna Kea alle isole Hawaii di 10 metri di diametro. Grazie a questo telescopio gli scienziati hanno potuto anche misurare e determinare la composizione chimica delle popolazioni stellari e scoprire che esse differiscono anche nel contenuto di metalli e non solo nell’età.

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