A Torino una mensa occupata e autogestita dagli studenti
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Torino: dopo lo sgombero della residenza Verdi 15, la Mensa Liberata autogestita da studenti di Università e Politecnico

da | Nov 2013 | News | 0 commenti

A Torino studenti e studentesse di Università e Politecnico non si perdono d’animo. E, dopo lo sgombero assai discusso della residenza studentesca autogestita “Verdi 15” da parte delle forze dell’ordine, ci riprovano. Questa volta, non in una residenza, ma in una mensa dell’Edisu inattiva dallo scorso giugno, recuperata e riaperta in poche ore. “Mensa Liberata” è il nome con cui amano chiamarla gli artefici del suo ritorno in funzione, secondo i quali la protesta e la lotta per il diritto allo studio ripartono da lì.

Sala studio, punto di ritrovo, luogo per riunioni e dibattiti: queste le destinazioni d’uso che gli studenti di Torino hanno assegnato ai locali della nuova mensa autogestita (in via Principe Amedeo), fuori dall’orario dei pasti. Che sono già erogati a pranzo e a cena, al prezzo minimo che era in vigore prima degli aumenti voluti dall’ente per il diritto allo studio: 2 euro per un menù completo.

Ma l’assemblea di studenti della cosiddetta “ala antagonista” che sta dietro Mensa Liberata ha ben chiari obiettivi, che vanno oltre il ripristino di un servizio sospeso. Le sue richieste politiche sono ben precise e partono dal rifinanziamento immediato del diritto allo studio, i cui fondi sono stati ridotti in Piemonte dai 26 milioni nel 2009 ai circa 10 di quest’anno accademico, passando per l’eliminazione dei criteri di merito –  introdotti in Italia soltanto a Torino, a fianco a quelli di reddito – dal prossimo bando Edisu. Infine, gli studenti coinvolti chiedono anche contratti più stabili per i tanti lavoratori di cooperative che gestiscono i servizi mensa delle università, quasi sempre esternalizzati.

Contro la mensa autogestita si è subito pronunciato il presidente dell’Edisu, Umberto Trabucco, che si dice pronto a sporgere denuncia contro gli studenti occupanti. Che però rispondono: “non ce ne andremo dalla mensa fino a che le parti in causa non avranno risposto con i fatti alle nostre richieste. Non lasceremo neanche un danno dentro questa mensa, che abbiamo trovato in ottime condizioni, e non capiamo proprio di quali ristrutturazioni avesse bisogno: chiunque può venire a vedere con i suoi occhi la nostra gestione in sicurezza dei locali”.

Intanto, in vista della mobilitazione nazionale per il diritto allo studio del prossimo 15 Novembre, sono previsti tutti i giorni dibattiti e confronti assembleari con docenti e ricercatori dell’Università di Torino e altri importanti.

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