All’Università di Torino la protesta contro il nuovo statuto in via di approvazione si affida ai polli. Studenti e ricercatori, da mesi in mobilitazione con forme creative di contestazione, sono entrati nella sala dove si riuniva il senato accademico esponendo uno striscione con la scritta “I baroni stanno covando” e introducendovi alcune galline con tanto di mangime.
La seduta è stata immediatamente sospesa dal rettore Ezio Pellizzetti, senza che i lavori potessero prendere avvio e mentre i pennuti si aggiravano nella sala. Per i contestatori l’atto dimostrativo ha rappresentato un ultimo tentativo di porre l’attenzione di quello che a loro avviso è un via libera sciagurato. Dopo l’approvazione da parte del consiglio d’amministrazione dell’ateneo torinese, infatti, manca soltanto il lasciapassare definitivo del senato accademico.
Ricercatori e studenti si sono mobilitati contro la bozza di statuto predisposta dai vertici dell’Università di Torino promuovendo anche una petizione on line che ha raccolto numerose firme. Il nuovo “documento costitutivo” dell’ateneo è posto sotto accusa per la mancanza di apertura democratica: la petizione contestava tra l’altro ma mancanza di una reale rappresentatività negli organi collegiali di tutte le aree scientifico-disciplinari e di tutte le componenti che partecipano alla vita accademica.