Tensione a Torino, tentato blitz all'apertura dell'anno accademico
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A Torino tentato blitz all’apertura dell’anno accademico

da | Mar 2011 | News | 0 commenti

L’anno accademico si è aperto tra le polemiche ieri al Politecnico di Torino dove un gruppo di studenti ha tentato l’irruzione nell’aula magna di ateneo, a cerimonia in corso: blitz scongiurato dalle forze dell’ordine, mentre un solitario studente è riuscito a prendere la parola e a leggere alcune righe sul palco. E anche nelle parole del rettore, Francesco Profumo, si leggono chiare osservazioni e richieste in merito alla disponibilità di risorse per gli atenei.

“Le borse di studio non sono solo per i piemontesi“, questo l’urlo dello studente che è riuscito a prendere la parola in aula dopo l’intervento del rettore. Parole, pronunciate al termine della lettura di una parte dello statuto della Regione Piemonte che si riferisce alla ricerca, rivolte con ogni probabilità all’indirizzo del presidente della Regione, Roberto Cota. Una decina di ragazzi ha tentato invece di bloccare la cerimonia entrando in aula per leggere un documento, ma sono stati intercettati dagli agenti e portati fuori dall’edificio.

Nel loro mancato intervento i manifestanti intendevano ribadire le ragioni della protesta che li ha visti protagonisti negli ultimi mesi: “La realtà evidente ai nostri occhi – si legge nel documento degli studenti – è quella di un paese in cui la disoccupazione giovanile raggiunge di mese in mese valori record, in cui sempre più famiglie vengono sfrattate perché non possono pagare il mutuo, in cui agli operai vengono negati i diritti fondamentali. Oggi siamo qui per continuare le nostre lotte perché non possiamo voltare le spalle a noi stessi e al nostro futuro”.

A chiedere maggiori risorse per sostenere le università nell’era post-riforma è invece il rettore, Francesco Profumo, che durante il suo intervento ha detto: “Ci sentiamo legittimati a pretendere con determinazione che il processo di riforma venga sostenuto con consistenti risorse aggiuntive per quegli atenei che sapranno farsi interpreti di un nuovo modello di accademia, radicata e internazionale, aperta e selettiva, autonoma e responsabile”.

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