Test d'ammissione, 200 esclusi riammessi dal Tar del Lazio
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Il Tar del Lazio riammette in soprannumero 200 esclusi dai test d’ammissione

da | Nov 2015 | News | 0 commenti

Com’è ormai prassi consolidata, anche quest’anno iniziano ad arrivare sentenze del Tar del Lazio che riammettono centinaia di studenti che, dopo aver svolto i test d’ammissione, erano risultati esclusi dai corsi a numero programmato a livello nazionale. Proprio lo scorso 5 novembre, infatti, il tribunale amministrativo ha emesso una serie di decreti cautelari che hanno determinato l’accesso in soprannumero ai corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria, Architettura, Veterinaria e Professioni sanitarie di 200 candidati .

Gli studenti erano risultati esclusi dalle graduatorie dei test d’ammissione per la mancata sottoscrizione della scheda anagrafica, motivazione che il Tar ha ritenuto non valida, disponendo l’immediato accesso in soprannumero dei candidati. Questa decisione potrebbe riaprire le porte anche per altri 800 studenti, i quali hanno presentato ricorso per motivazioni simili.

Se la storia si concludesse con “sole” mille riammissioni, tutto sommato per gli atenei potrebbe anche andare bene, ma il rischio derivante da queste decisioni del Tar del Lazio è quello di un vero e proprio tsunami. Infatti tutti gli esclusi dalle graduatorie di merito che hanno ottenuto un punteggio pari o superiore a quello dei riammessi potrebbero presentare ricorso e avere a loro volta la possibilità di iscriversi in soprannumero ai corsi di laurea. Con effetti che sarebbero a dir poco devastanti per le università, già negli anni scorsi in difficoltà per la gestione di numeri che pure stavolta potrebbero eccedere in maniera significativa quelli autorizzati dal MIUR.

Mentre gli atenei tremano, esultano le associazioni studentesche, da sempre fermamente contrarie al sistema dei test d’ammissione. A proposito dei decreti del Tar Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, ha detto che le decisioni del tribunale dimostrano “ancora una volta come l’attuale sistema sia profondamente ingiusto e pieno di irregolarità”, invitando il ministro Giannini a rispettare l’impegno a superare il numero programmato. Argomento che, per la verità, dopo il tam tam dell’anno passato da qualche tempo sembra completamente sparito dall’agenda del governo Renzi.

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