Dal 2004 al 2014 al Sud dimezzate le immatricolazioni
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Al Sud dimezzate le immatricolazioni, rispetto al 2004 sono 45mila in meno

da | Mag 2015 | News | 0 commenti

Si svuotano gli atenei del Sud Italia: nel decennio compreso tra il 2004 e il 2014 in alcune regioni le immatricolazioni si sono addirittura dimezzate. Un’emorragia, insomma, che sembra inarrestabile e nemmeno troppo lenta. A lanciare l’allarme sono le associazioni studentesche, che sono partite dai dati dell’anagrafe degli studenti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR). Dati impietosi, che parlano di 45mila matricole in meno nell’anno accademico 2014-2015 rispetto all’anno accademico 2004-2005. E al Sud non sono solo dimezzate le immatricolazioni, ma crolla anche il numero dei laureati.

I dati che emergono dall’anagrafe del MIUR sono molto pesanti: -56 per cento di immatricolati in Abruzzo, -52,3 per cento in Molise, -50,7 in Sicilia , -49,4 in Basilicata e – 43,8 in Calabria. Se al Sud si sono dimezzate le immatricolazioni, lo stesso non è avvenuto al Centro e al Nord, segno di un Paese che va a due velocità. Nelle regioni settentrionali, infatti, nel decennio esaminato si è verificato un incremento delle matricole dell’1,25 per cento, mentre in quelle centrali la percentuale di crescita è addirittura dell’1,58 per cento. Numeri, questi ultimi, che lasciano pensare che, almeno in buona parte del Paese, la fase più nera della crisi sia ormai alle spalle.

Il fatto che al Sud si siano dimezzate le immatricolazioni nel giro di dieci anni non è la sola cattiva notizia che emerge dai dati dell’anagrafe del MIUR. Nel giro di un anno, confrontando il totale degli iscritti (quindi anche quelli ad anni successivi al primo) tra il 2013-2014 e il 2014-2015, si sono persi 71.784 studenti, pari al 4,23 per cento. Questo fenomeno si spiega con l’abbandono, che in Italia ha tassi altissimi.La causa? Secondo molti la carenza di un adeguato sistema di orientamento, che possa aiutare gli studenti a compiere una scelta consapevole e corretta. E oltre alla perdita di iscritti in generale e alle immatricolazioni dimezzate, si registra anche un preoccupante calo dei laureati, pari a 37.616 unità.

La situazione è già poco rosea per gli atenei meridionali e, accusano le associazioni studentesche, con il sistema di premialità che si è messo in piedi non potrà che peggiorare: “Servono al più presto norme in controtendenza – spiega Alberto Campailla, portavoce di Link – rispetto a quelle attuali nella ripartizione dei fondi, che , con l’aumento della quota premiale, non fanno che rendere ancora più profonda la spaccatura tra Nord e Sud, obbligando gli atenei a competere in un regime di risorse scarse per strapparsi l’un l’altro i fondi a disposizione”.

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