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Fuori sede, si torna all’università e riparte la disperata ricerca di un alloggio

da | Set 2011 | News | 0 commenti

Riaprono le scuole, arrivano i test di ammissione e, puntuale, per gli studenti universitari fuori sede inizia uno dei compiti più ardui, la ricerca di un alloggio. Lavoro pesante e non agevole in particolare in Italia, dove il numero delle residenze universitarie è insufficiente rispetto alla popolazione studentesca e dove gli affitti delle case lievitano nonostante la crisi economica. Problema ancora più sentito se si pensa che gli studenti che frequentano un ateneo lontano da casa sono circa 700mila.

I numeri parlano chiaro. Un esempio: a Torino, per quest’anno, sono disponibili 1.800 posti in residenze universitarie, sufficienti a coprire circa il 50 per cento delle richieste. Gli esclusi dovranno arrangiarsi diversamente. Se si considera che la maggior parte dei 100mila studenti torinesi non è originario del capoluogo piemontese si comprende facilmente quale sia l’impatto della domanda studentesca sul mercato degli affitti.

La città sabauda offre ai giovani strumenti “suppletivi” per far fronte alla carenza di collegi: uno di questi è lo Sportello casa, messo a disposizione dall’Edisu. Qui le graduatorie non contano. Il servizio mette in contatto studenti, sia italiani che stranieri, e proprietari di alloggi che vogliono affittare casa agli universitari. I contratti solo per studenti sono più vantaggiosi. Ma per un appartamento piccolo, da dividere al massimo in due, la cifra minima di spesa è di 450 euro al mese più spese. E per un posto letto in camera doppia non si trova nulla a meno di 200 euro. Poi ci sono l’Informagiovani, le bacheche universitarie, quelle on line e il mai morto “passaparola”, ma, a conti fatti, i prezzi e le modalità non cambiano.

A Napoli, complice la crisi economica, i prezzi rimangono sostanzialmente invariati rispetto all’anno scorso, attestandosi su 400-500 euro per un monolocale di 35-40 metri quadri, mentre per un bilocale si sfiorano i 750 euro; ovviamente la vicinanza alle facoltà incide non poco sul costo dell’affitto. E certamente non si parla di affitti a buon mercato. Inoltre al Sud emerge con forza (non che al Nord non esista) un’ulteriore problematica: secondo i dati forniti dalla borsa immobiliare, ben l’80 per cento dei proprietari degli immobili napoletani riscuote puntualmente l’affitto in nero.

Con queste premesse non resta che sperare nella diffusione di iniziative di condivisione degli spazi abitativi, come quella già sperimentata con persone anziane, ma soprattutto si farà sempre più agguerrita la lotta alle stanze low cost nelle ormai insufficienti case dello studente.

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