UniPerugia, scoperto batterio che riduce diffusione malaria
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Come ridurre la diffusione della malaria? Grazie a un batterio. Lo rivela uno studio dell’Università di Perugia

da | Giu 2014 | News | 0 commenti

Si può ridurre la diffusione della malaria grazie a un batterio presente nell’apparato riproduttore delle zanzare che la trasmettono. È quanto emerso da una ricerca condotta dall’Università degli Studi di Perugia in collaborazione con la Harvard School of Public Health, il Centro di Biologia Integrata (CIBIO) dell’Università di Trento e il CNRS (il Centro nazionale per la ricerca scientifica in Francia). Lo studio rappresenta un grande passo avanti nella lotta contro questa grave malattia, che presenta ancora un altissimo tasso di mortalità, specie nei paesi in vi di sviluppo.

Gli studiosi dell’Università di Perugia e delle altre istituzioni che hanno collaborato alla ricerca hanno scoperto che le zanzare portatrici del parassita della malaria ospitano un batterio intracellulare – noto con il nome di Wolbachia – capace di ridurre il livello di infezione del parassita Plasmodium che causa, per l’appunto, la malattia. Questo batterio potrebbe adesso essere utilizzato per controllare le popolazioni naturali di zanzare e ridurre, così, la diffusione della malaria.

In realtà, “l’obiettivo originario del nostro progetto – spiega Caterina Catteruccia, professoressa di Immunologia e malattie infettive all’Università di Perugia e alla Harvard School of Public Health – era di identificare tutti i batteri presenti nei sistemi riproduttivi maschile e femminile”. Non si stava cercando specificatamente il Wolbachia, “ma abbiamo trovato questo nuovo ceppo del batterio nelle zanzare Anopheles grazie alle nostre analisi computazionali”.

Fino a ora si era pensato che questa zanzara non fosse in grado di ospitare naturalmente l’infezione provocata dal batterio Wolbachia, tanto che tutti i precedenti tentativi di identificarlo nelle Anopheles erano falliti. Invece quest’ultima ricerca ha dato esito positivo e aperto nuove speranze, in quanto – aggiunge Catteruccia – “questo batterio sembra particolarmente adatto per il controllo della malaria”. Infatti, le infezioni da esso provocate “si diffondono rapidamente tra le popolazioni di insetti perché inducono un fenomeno riproduttivo noto come incompatibilità citoplasmatica per il quale femmine infette dal batterio si riproducono con maggiore efficacia”.

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