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Elezioni universitarie. La maggior parte si astiene, perché?

da | Giu 2010 | News | 0 commenti

A quanto pare il modello della democrazia rappresentativa fallisce tra le mura degli atenei, e la maggior parte degli studenti non considera il voto uno strumento valido per dar voce alle proprie posizioni e credenze.
Al di là dei risultati elettorali, infatti, l’astensionismo è stato il vero vincitore delle ultime elezioni universitarie per il Consiglio nazionale degli studenti. Solo poche centinaia, gli studenti che sono andati a votare i loro rappresentanti, il 12 e 13 maggio scorsi, su più di un milione di iscritti negli atenei italiani. A loro abbiamo chiesto in un sondaggio se avessero votato e perché. Ecco cosa ci hanno risposto.
Il 62,5 per cento degli utenti che ha partecipato al sondaggio ha risposto di non aver votato per i propri rappresentanti il 12 e il 13 maggio scorsi, non esprimendo la propria preferenza all’interno delle elezioni universitarie 2010.
Tra questi, il 38,75 per cento del totale ha risposto di non aver votato perché non crede che le elezioni studentesche siano davvero utili all’interno della vita universitaria. Il restante 23,75 per cento ha invece dichiarato di non sapere che ci fossero le elezioni nel proprio ateneo.
Il 25 per cento dei partecipanti al sondaggio ha risposto che è andato a votare perché “il voto è alla base della democrazia”, e solo un 12,5 per cento ha motivato il voto dicendosi convinto che serva a cambiare le cose.
Insomma, per quanto il sondaggio non abbia valenza statistica, stando alle risposte degli utenti le ragioni dell’astensionismo sembrano essere proprio il disinteresse verso le forme “tradizionali” di rappresentanza politica universitaria e lo scarso passaggio di informazioni relative ai processi elettorali all’interno degli atenei.
Per dirla in altre parole quella delle elezioni studentesche sembra più una formalità imposta dall’alto, a cui partecipano ogni anno solo gli studenti che investono il voto di un valore ideale di democrazia, e quei pochissimi che riconoscono nel processo elettorale universitario un modo valido per far valere le proprie idee.

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