Fotosintesi clorofilliana in provetta: riprodotta da UniPd
allenati con i nostri test di ammissione e orientamento gratuiti

test di ammissione
facoltà a numero chiuso

test attitudinale universitario
l’area di studio più adatta a te

test orientamento facoltà
facoltà che fa per te

test di inglese
valuta il tuo livello

Università di Padova, riprodotto in provetta lo stadio centrale della fotosintesi clorofilliana

da | Lug 2014 | News | 0 commenti

Grazie a una ricerca coordinata dall’Università di Padova, è stato riprodotto in provetta il “cuore” della fotosintesi clorofilliana. Un risultato molto interessante, che apre nuove prospettive in termini di sostenibilità. Per riuscirci, i ricercatori – sotto la guida di Marcella Bonchio del dipartimento di Scienze chimiche dell’ateneo – hanno utilizzato un catalizzatore artificiale di manganese, generando ossigeno dall’acqua alla presenza di luce solare. È la prima volta che si compie una cosa del genere.

Il primo caso di fotosintesi clorofilliana in provetta si deve al lavoro di un team di ricercatori che, oltre a quelli di Padova, comprende anche dei colleghi di Berna (Germania) e Ferrara. I risultati del loro studio sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Angewandte Chemie. In particolare, gli studiosi hanno scoperto che il segreto alla base dello stadio centrale della fotosintesi artificiale o meglio dell’enzima foto sintetico (PS2), grazie al quale le foglie verdi delle piante immagazzinano la luce del sole per generare ossigeno e riconvertire l’anidride carbonica liberata nell’aria, è costituito da quattro atomi di manganese connessi tra loro.

“Si tratta del primo cluster artificiale di manganese”, spiega Marcella Bonchio. Esso consiste in una struttura totalmente inorganica tenuta insieme da leganti organici, dove “i quattro metalli ai vertici di una struttura compatta, simile al centro reattivo dell’enzima, instaurano una sinergia di azione tale da riuscire a scomporre la molecola dell’acqua (H2O) nei suoi componenti gassosi, ovvero ossigeno (O2) e protoni destinati a produrre idrogeno (H2), in ultima analisi un combustibile pulito derivato dalla luce solare”. In poche parole, con questo meccanismo è possibile estrarre ossigeno dall’acqua.

L’esperimento compiuto da questi ricercatori non solo costituisce il primo caso di fotosintesi clorofilliana in provetta, ma apre nuovi fronti anche nel campo della sostenibilità, in quanto suggerisce nuove alternative per il futuro del nostro pianeta. Inoltre, la fotosintesi artificiale potrebbe essere utilizzata per altri scopi come, ad esempio, per produrre ossigeno dove ancora non è possibile respirarlo e, quindi, di conseguenza vivere.

FacebookTwitterEmailWhatsAppLinkedInTelegram
Registrati
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments