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Rette universitarie, la tendenza globale è all’aumento. “Alla fine pagano gli studenti”

da | Set 2011 | News | 0 commenti

Studiare all’università costa caro, lo sappiamo, e il dato non stupisce ormai più nessuno. Se le statistiche di qualche anno fa evidenziavano una situazione globale in cui i maggiori costi delle rette universitarie interessavano, tra gli altri, Stati Uniti e Gran Bretagna, i dati più recenti presentano una situazione pressoché immutata.

La conferma arriva anche dal rapporto Ocse “Education at a Glance 2010”. Il report rileva che il livello delle rette universitarie statali più alte è negli Stati Uniti, dove si pagano quasi seimila dollari l’anno per studente a tempo pieno. Seguono la Corea, con 4.717 dollari, il Giappone con 4.432, l’Australia con una spesa annua di 4,035 dollari, il Canada con 3.693 e la Nuova Zelanda, con 2.734.

A livello europeo, secondo il rapporto, risultano più care, in termini di tasse universitarie, l’Olanda con 1.754 dollari l’anno, l’Italia con 1.195 dollari l’anno e  il Portogallo, con 1.178. Per trovare tasse universitarie inferiori ai 1.000 dollari annui bisogna andare in Spagna, dove si pagano 854 dollari, e in Austria dove si pagano 821 dollari. Nei paesi nordici, Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia, non si pagano invece rette universitarie.

Altri Stati dove l’università è “esentasse” sono la Repubblica Ceca e il Messico. Non tutti i dati relativi agli altri Stati del mondo ed europei sono stati elaborati, ma la situazione di Paesi come Gran Bretagna e Germania è già nota. In Gran Bretagna il livello delle rette si aggira intorno alle tremila sterline annue. In Germania il livello delle rette universitarie varia in base alla regione e va da un minimo di 50 a un massimo di 500 euro.

Ma il trend delle tasse universitarie nel mondo fa segnare una costante crescita, come dimostra un rapporto della prestigiosa associazione canadese Hesa (Higher Education Strategy Associates) relativo all’anno 2010, che prende in considerazione la spesa universitaria dei 39 Paesi più industrializzati dell’area Ocse e dove si conferma l’aumento delle tasse universitarie in Paesi come Gran Bretagna e Stati Uniti.

“Il sistema dell’istruzione superiore mondiale – si legge nel rapporto Esa – sta cambiando rapidamente. La crisi fiscale dei Paesi occidentali ha prodotto un aumento delle tasse per il sostentamento finanziario delle università. Sostentamento che viene pagato dagli studenti piuttosto che dai trasferimenti di fondi dei vari governi”.

Nei Paesi cosiddetti in via di sviluppo come il Brasile, invece, per l’università statale non sono previste tasse. Stati come Pakistan, Tailandia e Filippine non hanno aumentato le tasse, ma hanno ridotto i sostegni finanziari all’università determinando una contrazione  nell’ingresso dei nuovi studenti. Molto costose, secondo il rapporto, le università del Cile, sia statali sia private, dove si paga una retta pari a 7.463 dollari.

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