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ANVUR: “Matricole in aumento, ma docenti universitari sempre più vecchi”

da | Mag 2016 | News | 0 commenti

Come stanno i nostri atenei? Il loro stato di salute e, più in generale, quello dell’intero sistema universitario è stato analizzato dall’Agenzia nazionale di valutazione dell’Università e della Ricerca (ANVUR) nel suo ultimo rapporto biennale. Il Rapporto ANVUR stato sistema universitario 2016 racconta di un quadro in trasformazione, con evoluzioni sia in negativo che in positivo rispetto al passato. Tra gli aspetti confortanti c’è un nuovo aumento delle matricole (+1,6 per cento) dopo anni di calo, tra quelli meno rosei c’è l’innalzamento dell’età media dei docenti.

Il Rapporto ANVUR stato sistema universitario 2016 ha preso in esame 90 atenei tra pubblici, privati e telematici, scoprendo che negli ultimi dodici mesi ci sono state il 3,2 per cento in più di matricole al Nord e lo 0,4 per cento in più al Sud. Solo al Centro si è ancora segnata una discesa, sebbene minima (-0,1 per cento). La maggior parte dei nuovi iscritti sono ragazzi che hanno appena terminato le superiori, mentre la quota di iscritti over 25 è passata dal 15 per cento del 2015 al 4 per cento. Tra gli indirizzi di studio c’è un trend molto positivo per Ingegneria, mentre scendono gli immatricolati dell’area giuridica.

Gli studenti stranieri stanno diventando sempre più presenti nei nostri atenei e il Rapporto ANVUR stato sistema universitario 2016 segnala che adesso sono il 9 per cento del totale (erano il 2 per cento nel 2000). Sono aumentati anche i fuorisede e si è registrato un +6 per cento nel numero dei ragazzi del Sud che si sono spostati al Centro-Nord per frequentare l’università. Tra gli atenei la parte del leone la fanno quelli pubblici, ai quali sono iscritti 9 studenti su 10.

Secondo il Rapporto ANVUR stato sistema universitario 2016 è ancora preoccupante il fenomeno dell’abbandono: solo il 58 per cento degli immatricolati a un corso triennale consegue la laurea. Tra coloro che lasciano gli studi ci sono soprattutto giovani provenienti dagli istituti professionali. Per quelli che arrivano in fondo al percorso, il voto medio alla laurea è 104,41 e la media agli esami degli studenti in corso è 26,78. I fuori corso sono un fenomeno soprattutto meridionale: al Nord rappresentano circa il 60 per cento, ma al Sud e nelle Isole si arriva quasi all’80. I laureati italiani che hanno trascorso un periodo di studio di almeno tre mesi all’estero sono meno del 5 per cento, mentre quelli che hanno effettuato uno stage o un tirocinio aziendale sono il 16,5 per cento.

Per quanto riguarda il corpo docente, il Rapporto ANVUR stato sistema universitario 2016 segnala un calo del numero di professori, passati da oltre 62mila nel 2008 ai 50.369 attuali, con una proporzione docente/studenti paria a 1 a 30. I professori sono sempre meno e sempre più vecchi, con un’età media tra associati e ordinari che è arrivata nei pressi di quota 53 anni.

Sul piano della ricerca, la quota di PIL dedicata al settore è rimasta stabile, ma pur sempre nettamente inferiore rispetto alla media UE (1,27 per cento contro 2,35). La regione italiana che investe di più è il Piemonte (2,03 per cento del PIL regionale), quella che dedica meno risorse è la Valle d’Aosta (0,4 per cento). Nonostante questo, la produttività scientifica dei nostri ricercatori è elevata e sul totale delle pubblicazioni mondiali nel periodo 2011-2o14 quelle italiane sono il 3,5 per cento, con un rapporto pubblicazioni/numero di ricercatori pari allo 0,61 per cento.

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