Rapporto Isfol 2012: in Italia studiare paga meno che altrove: lo dice
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Rapporto Isfol: “Studiare paga, ma in Italia meno”. Tra i laureati italiani la disoccupazione è aumentata dell’1%

da | Lug 2012 | News | 0 commenti

Di solito un alto livello d’istruzione ripaga nel lavoro, ma in Italia non nella stessa maniera in cui avviene negli altri Paesi europei. Secondo il rapporto annuale dell’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, da poco presentato alla Camera, “in Europa – si legge in una nota – le retribuzioni dei lavoratori con istruzione terziaria superano del 48,3 per cento quelle dei lavoratori con istruzione secondaria, mentre in Italia tale valore si ferma al 36,2 per cento”.
Il nuovo rapporto dell’Isfol presenta dei dati ben precisi: dal 2007 a oggi gli occupati italiani con un’istruzione terziaria sono aumentati del 10 per cento, anche se la media registrata in Europa è pari al 14 per cento, mentre il tasso di disoccupazione tra chi ha conseguito un titolo di  laurea è cresciuto dell’1 per cento. Tutto sommato, comunque, anche in Italia avere una formazione di alto livello sembra poi ripagare in termini di lavoro. Nel 2011, per esempio, “il tasso di disoccupazione degli individui poco scolarizzati si attesta su livelli doppi rispetto a quelli registrati per coloro che possiedono un titolo universitario”.

Sembrano migliorare, invece, i sistemi dell’istruzione e della formazione. “Il tasso di conseguimento del diploma di maturità – continua il rapporto Isfol – è superiore al 70 per cento”. Due terzi di chi consegue tale titolo decide poi di iscriversi all’università. Anche la percentuale di fuori corso sembra essere diminuita: si è passati dal 37,3 per cento, dato risalente a 10 anni fa, al 33,6 per cento dell’anno accademico 2010/11. Nonostante ciò, “la popolazione in eta’ compresa tra i 30 e i 34 anni con titolo terziario rappresenta nel 2011 il 20,3 per cento del totale, contro il 34,5 per cento della media comunitaria”.
Tra le note dolenti, va ricordato un tasso di dispersione dei giovani ancora piuttosto alto. Si parla di un 18,2 per cento, mentre è del 13, 3 per cento la media registrata nell’Ue. A quanto pare, invece, continuare ad avere sempre più successo la preparazione tecnico-professionale, così come pure i percorsi d’istruzione e formazione lavorativa di tipo triennale: gli iscritti dell’anno accademico 2010/2011, infatti, hanno superato le 179 mila unità. L’apprendistato, infine, sembra essere lo strumento più gettonato dai giovani per inserirsi nel mondo del lavoro.

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