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AlmaLaurea: “Piccoli segnali di miglioramento nella condizione occupazionale dei laureati”

da | Apr 2016 | News | 0 commenti

Nel mercato del lavoro qualcosa timidamente inizia a muoversi per i giovani. Lo segnala il Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati 2016, presentato ieri a Napoli insieme al XVIII Rapporto sul profilo dei laureati nell’ambito del Convegno Nazionale “Formazione universitaria e posti di lavoro: proiezioni spaziali e temporali”, svoltosi all’Università Federico II.

L’indagine condotta su oltre 570mila laureati di 71 atenei a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo mostra per i neolaureati un lieve, ma confortante, aumento della stabilità lavorativa e delle retribuzioni, che fa il paio con il calo della disoccupazione. Lo stesso, purtroppo, non vale per coloro che già da cinque anni sono in possesso della laurea: in questo gruppo, infatti, si è registrato un calo dell’occupazione e un parallelo aumento della disoccupazione. La nota positiva è, tuttavia, che per gli occupati sono cresciute stabilità e retribuzioni.

Dei 156mila laureati triennali del 2014 coinvolti nell’indagine, il 55 per cento ha deciso di proseguire gli studi iscrivendosi a un corso di laurea magistrale. Tra coloro che, invece, hanno cercato di inserirsi nel mercato del lavoro, il Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati 2016 evidenzia che dopo 12 mesi dal termine degli studi il tasso di occupazione è pari al 67 per cento (+1 per cento rispetto alla precedente rilevazione), mentre quello di disoccupazione al 23 per cento (-3 per cento). L’inversione di tendenza, comunque, non è sufficiente a compensare quanto accaduto nel corso degli ultimi sette anni, durante i quali il tasso di occupazione è calato di oltre 10 punti.

Secondo il Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati 2016 i neolaureati di primo livello hanno nel 42 per cento dei casi contratti a tempo indeterminato o svolgono attività autonoma effettiva. Va segnalato che sulla rilevazione ha pesato pochissimo il contratto a tutele crescenti introdotto con il Jobs Act, in quanto la sua applicazione è troppo recente. Dal punto di vista retributivo si è avuto un incremento che ha portato la media a 1.079 euro netti mensili (+67 euro rispetto alla precedente indagine) ed è aumentato anche il tasso di coloro che dicono di usare nel proprio lavoro le competenze acquisite durante gli studi: oggi sono il 50 per cento contro il 47 del rapporto 2015.

A tre anni dalla laurea triennale, secondo il Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati 2016, il tasso di occupazione sale al 52 per cento e a cinque al 72. Col tempo crescono anche le retribuzioni medie mensili, che arrivano a 1.228 euro a tre anni e 1.356 a cinque.

I dati migliorano ulteriormente se si guarda ai laureati di II livello. A un anno dal titolo, stando al Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati 2016, risulta occupato il 70 per cento (+0,3 per cento) e il tasso di disoccupazione si attesta al 20,6 per cento (-1,6 per cento). La stabilità lavorativa è prerogativa del 37 per cento (+3 per cento) e il guadagno medio è di 1.132 euro mensili (+68 euro rispetto al dato precedente).

Il Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati 2016 mostra che a tre anni dalla laurea tra i laureati magistrali biennali il tasso di occupazione arriva all’82 per cento e quello di disoccupazione scende al 12, mentre la retribuzione sale a 1.256 euro. Non va molto bene, invece, per i laureati a cinque anni dal titolo: in questo caso si registra un -1,6 per cento di occupati (il tasso è dell’84,3 per cento). C’è da dire che, se non altro, coloro che hanno un impiego nel 72 per cento dei casi (+2 punti percentuali rispetto all’indagine dello scorso anno) ce l’hanno stabile e che la loro retribuzione media è di 1.388 euro mensili (+34 euro).

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