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Proteste università, arriva il calendario dei precari 2011

da | Dic 2010 | News | 0 commenti

calendario precari
“Vogliamo una scuola in sana e robusta costituzione”. Con questo titolo il Coordinamento precari scuola e la Rete docenti precari di Bari hanno deciso di dar vita a un’iniziativa allo stesso tempo di finanziamento dello loro attività e di sensibilizzazione verso gli italiani sulla crisi del settore della conoscenza. Lo strumento scelto è quello di un calendario dedicato alle proteste delle decine di migliaia di precari della scuola e delle università e contro i tagli al comparto.
Il calendario, spiegano gli organizzatori, contiene una cartine dell’Italia tappezzata con le foto delle tante manifestazioni che si sono snodate lungo tutto il 2010, “per unire in un abbraccio ideale i precari di tutto il paese e per contestare una politica che sta distruggendo la scuola pubblica ed il futuro dei lavoratori della scuola, degli studenti e delle loro famiglie”.

Gli incassi legati alle vendite del calendario saranno utilizzati per finanziare le manifestazioni e le altre iniziative di protesta “che si renderanno necessarie – spiegano gli organizzatori dell’iniziativa – per contrastare le politiche di tagli e precarizzazione, con oltre oltre 60mila posti cancellati, messe in campo dal governo”.
Ma le iniziative contro la riforma Gelmini non si fermano al calendario dei precari. Studenti e ricercatori della facoltà di Architettura della Sapienza sono <a href="https://www.universita.it/stop-protesta-ricercatori-tetti-roma/" title= "I ricercatori scendono dai tetti a Roma”>scesi dal tetto sul quale protestavano da 35 giorni, molti rettori si ritengono “imbrigliati” dalla riforma e da più fronti si invoca il ricordo al referendum per abrogare la legge appena approvata.
Così, mentre il ministro Gelmini è alle prese con l’iter per adottare i circa 50 decreti attuativi, alcune forze politiche e sociali valutano la possibilità di raccogliere le 500mila firme necessarie per proporre il quesito referendario. Prima del via libera definito, i Verdi si erano detti “pronti a raccogliere le firme per il referendum abrogativo” e avevano proposto un’iniziativa comune a tutte le forze di opposizione.

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