Protesta dei ricercatori: fermo il bando "Futuro in ricerca"
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Ricercatori in rivolta: fermo un bando Miur da 50 mln di euro

da | Ott 2009 | News | 0 commenti

Ricercatori fermo bando Futuro in ricerca

Ricercatori fermo bando Futuro ricerca

Ricercatori in rivolta: dal 6 febbraio 2009 sono fermi 3.700 progetti presentati da ricercatori italiani di tutta Italia che hanno partecipato al programma “Futuro in ricerca”, bandito dal Ministero dell’Università e Ricerca.

Il bando è stato emesso nel dicembre 2008 dal ministro Gelmini con un finanziamento di 50 milioni di euro. Il progetto era rivolto a dottori di ricerca fino a 32 anni e i giovani docenti o ricercatori già strutturati nelle università e negli enti di ricerca di età non superiore ai 38 anni.

I progetti, di durata almeno triennale, andavano presentati entro il 27 febbraio scorso e per ciascun progetto i fondi disponibili andavano da 300 mila euro a 2 milioni.

Il bando ha riscosso un enorme successo: moltissimi hanno inviato i loro progetti per accedere al sostanzioso finanziamento del Miur, spiegato da un portale costruito ad hoc sull’argomento, dove ci sono tutte le informazioni utili per partecipare al programma “Futuro in ricerca”.

Da allora però è tutto fermo e sono scaduti i termini forniti dallo stesso ministero per la valutazione, i 180 giorni dalla scadenza del bando senza che sia arrivata alcuna notizia ai 3.700.

Il motivo da cui nasce tale ritardo è tecnico-politico. In primavera la commissione che valuta l’assegnazione dei Firb (i fondi per la ricerca di base) ha inviato al Cineca (un consorzio che lavora per il ministero) i dati per elaborare una lista di esperti internazionali da cui sorteggiare i 20 nomi dei responsabili della valutazione dei progetti degli under 40.

A settembre gli elenchi e la commissione valutatrice non erano ancora stati stilati e inoltre durante l’estate c’è stato un cambio al vertice della direzione per lo sviluppo della ricerca del Miur.

Tutto questo per ora pesa sulle spalle degli under 40 in attesa di una risposta. “I ritardi che si sono accumulati sono inaccettabili – commenta Francesco Mauriello, dell’Associazione dottorandi italiani – e intanto il ministero non si è fatto vivo, tutto tace, non c’è ombra di chiarimenti ufficiali“.

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