I processi infiammatori cronici aumentano il rischio di tumori
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Università di Bologna, uno studio: “I processi infiammatori cronici aumentano il rischio di tumori”

da | Lug 2014 | News | 0 commenti

Le malattie infiammatorie croniche, come la colite ulcerosa, possono aumentare il rischio di insorgenza dei tumori. Ciò a causa di una sostanza rilasciata nei tessuti che si chiama Interleuchina-6 (IL-6). A rivelarlo uno studio dell’Università di Bologna e dell’Azienda Ospedaliera S.Orsola-Malpighi, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Oncogene. Una scoperta molto importante nella lotta a questa grave malattia, resa possibile grazie a un finanziamento da parte della Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC).

“In questo studio – spiega Elisa Brighenti, prima firma tra gli autori – abbiamo dimostrato che IL-6 è responsabile di una riduzione delle difese anti-tumorali delle cellule, facendo assumere loro alcune caratteristiche tipiche delle cellule neoplastiche”. Il rilascio di questa sostanza, in particolare, provocherebbe una riduzione della quantità e della capacità di azione della proteina p53, il cui principale compito è proteggere la cellula dalle mutazioni genetiche che possono portare all’insorgenza dei tumori. “Inoltre, abbiamo dimostrato – aggiunge la ricercatrice – che l’esposizione cronica all’IL-6 è in grado di far acquisire alle cellule la capacità di migrare ed invadere anche i tessuti circostanti”.

Alla conclusione che i processi infiammatori cronici possono aumentare il rischio di comparsa dei tumori, per via del rilascio nei tessuti dell’interluchina-6, si è giunti non solo facendo sperimentazioni in vitro, utilizzando colture cellulari in laboratorio, ma anche ma anche “in vivo” su pazienti ricoverati con diagnosi di colite ulcerosa, che altro non è che un’infiammazione cronica del colon. Così facendo si è dimostrato, inoltre, che gli effetti dell’IL-6 possono essere bloccati grazie al ricorso a farmaci anti-infiammatori.

Non solo. L’aver chiarito il meccanismo di azione di tale sostanza e l’averla identificata come potenziale fattore di insorgenza dei tumori potrebbe spiegarci anche, aggiunge Elisa Brighenti, “la maggior frequenza di neoplasie, oltre che in soggetti con malattie infiammatorie croniche, anche in soggetti obesi e affetti da diabete di tipo 2, condizioni entrambe caratterizzate da un aumentato rilascio di interleuchina-6″.

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