Pakistan, proteste per lo scandalo delle lauree false dei parlamentari
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Pakistan, sit-in davanti al Parlamento contro le lauree false

da | Gen 2013 | News | 0 commenti

Le reazioni allo scandalo delle lauree false dei parlamentari in Pakistan non accennano a spegnersi. Recentemente una grande folla di attivisti politico-religiosi ha organizzato una marcia da Lahore alla capitale Islamabad per protestare davanti al Parlamento.

Guidati dal leader Tahir-ul-Qadri, fondatore e CEO della Minhaj University di Lahore ed ex professore di diritto alla Punjab University, il gruppo ha iniziato la marcia il 14 gennaio e provocato seri problemi di ordine pubblico durante il sit-in, oltre alla chiusura degli istituti di istruzione, comprese le università, per tre giorni.

I manifestanti, calmatisi per quattro giorni grazie a un accordo di pace, hanno chiesto lo scioglimento delle assemblee nazionali e provinciali, muovendo pesanti accuse di malgoverno ai membri del parlamento pakistano, definiti “bugiardi, imbroglioni e ladri”. La situazione è ritornata in seguito critica, soprattutto dopo che nessuna azione rilevante è stata presa dal Parlamento per squalificare i membri coinvolti nello scandalo delle lauree false. Anzi, è il Parlamento stesso ad aver approvato il 18° emendamento che elimina il requisito di laurea per la candidatura, portando quindi alla rielezione di molti parlamentari indagati.

“Una situazione vergognosa” ha affermato Qadri “Questo Parlamento non ha il diritto di esistere e dovrebbe essere sciolto immediatamente”. Secondo la legge pakistana, infatti, un parlamentare condannato per il possesso di una laurea falsa può ricevere tre anni di carcere ed essere interdetto dai pubblici uffici per cinque anni. L’obbligo per i parlamentari di avere una laurea fu incluso nelle leggi elettorali dall’ex dittatore militare Pervez Musharraf.

Stando a quanto ha dichiarato Atta-ur-Rahman, ex-Presidente della Commissione sull’Istruzione Superiore del Pakistan, potrebbero essere circa 300 i parlamentari in possesso di una laurea falsa che si sono rifiutati di fornire i documenti per la verifica, nonostante gli ordini della Corte Suprema.

L’accordo siglato con gli attivisti prevede la rigorosa applicazione degli articoli costituzionali e il blocco dei soggetti fraudolenti, ma molti osservatori indipendenti sono del parere che non accadrà nulla dal momento che tutti i partiti in Parlamento contano, fra i loro ranghi, qualche esponente coinvolto nello scandalo delle lauree false.

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