Mangiare insetti migliora le capacità di problem solving
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Come migliorare le capacità di problem solving? Mangiando insetti!

da | Lug 2014 | News | 0 commenti

Cercare e snidare insetti ben nascosti tra la vegetazione, al fine di trovare una possibile fonte alimentare, migliorerebbe – almeno così sembra sia avvenuto nel corso della storia dell’uomo – le capacità cerebrali, in particolare quelle di problem solving. È quanto rivelato dallo studio di un team di ricercatori guidato da Amanda Melin, antropologa all’Università Washington di Saint Louis. Lo studio – pubblicato sul Journal of Human Evolution – è il primo a dimostrare una cosa del genere.

Gli studiosi americani avrebbero dimostrato – basandosi tra l’altro su importanti teorie evoluzionistiche – quello che già si sapeva da tempo, ovvero che la necessità aguzza l’ingegno. E proprio così l’uomo avrebbe con il tempo migliorato sempre più le proprie capacità di problem solving. Per dimostrare ciò ancora una volta si è preso in considerazione il modello della scimmia, più di tanti altri vicino a quello umano, per quanto riguarda l’evoluzione cerebrale e l’intelligenza. Più precisamente, si è tenuto conto dell’abitudine di questi animali – in caso di bisogno – di mangiare insetti.

In particolare, i ricercatori americani hanno esaminato animali vissuti in Costa Rica per cinque anni. In questa maniera hanno potuto osservare che, in periodi di grandi disponibilità naturali con alberi da frutta piuttosto pieni, i primati hanno sempre optato per questi ultimi. Al contrario, nei momenti di grande penuria, la loro scelta alimentare sarebbe ricaduta sugli insetti, come le formiche termiti.

Le capacità di problem solving non si sarebbero sviluppate alla stessa maniera in tutte le razze di scimmie, ma ciò dipenderebbe molto dalla frequenza con cui questi animali sono abituati a cibarsi o meno di vegetali, se sempre o solo per alcuni periodi dell’anno. Così se, ad esempio, il cebus è solito aprire i frutti scagliandoli contro i rami di un albero fino a quando non si rompono, il sapajus – con capacità di problem solving molto più evidenti – per aprire una noce di cocco si arma della classica pietra per romperne il guscio.

Come si è verificato per le scimmie, che costrette a mangiare insetti hanno dovuto affinare le proprie capacità di adattamento cerebrale, manualità e destrezza, così è accaduto nel corso del tempo per l’uomo, che con il trascorrere degli anni ha dovuto aguzzare sempre più l’ingegno.

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