Lavorare troppo può danneggiare la carriera: lo svela uno studio
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Università di Padova: “Lavorare troppo può danneggiare la carriera”

da | Nov 2013 | News | 0 commenti

Attenzione stakanovisti: lavorare troppo non porta certo a maggiore successo e a più promozioni, ma può arrivare a danneggiare la carriera. Parola di uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Padova, di cui dà notizia il tabloid britannico Daily Mail. Il workaholism, ovvero il dedicarsi al lavoro in maniera ossessivo-compulsiva, sarebbe quindi dannoso non solo per la salute del lavoratore, ma anche anche per le sue performance in ufficio, portando inoltre a un incremento delle assenze per malattia.

Alla conclusione che lavorare troppo possa danneggiare la carriera si è giunti, esaminando 322 lavoratori di un’azienda privata – precisamente un’azienda di ingegneria meccanica del Nord Est – per un periodo di quindici mesi (dal Dicembre 2010 al Febbraio 2012). A ciascun lavoratore è stato chiesto di compilare un questionario, che ha permesso di stabilire fino a che grado l’esaminato aveva tratti “workaholici”. Dopodiché, lo stress psicofisico dei partecipanti è stato misurato attraverso rapporti medici, valutazioni della loro performance da parte di un supervisore e il numero di giorni di assenza per malattia.

Da tale analisi è emerso che lavorare sicuramente stanca, e che farlo in maniera eccessiva può non essere una spinta, bensì un danno per la carriera, riducendo la possibilità di puntare sempre più in alto. Questo perché chi lavora troppo, facendo continui straordinari, portandosi il lavoro a casa e dedicando alla propria attività troppo spazio e attaccamento emotivo, non ha poi abbastanza tempo per riprendersi. Invece – stando allo studio e a quanto già è risaputo – gli sforzi dedicati al lavoro devono essere seguiti da un adeguato periodo di “distensione” o “ripresa”, così da assicurare un ottimo stato di salute e di funzionalità.

Lavorare più duramente e anche per molte più ore al giorno rispetto agli altri porta con sé una massiccia dose di stress psicofisico, che a sua volta contribuisce a peggiorare la performance lavorativa, e impatta negativamente sulla salute del soggetto, facendone aumentare il numero di assenze per malattia. Lo stress, inoltre, è anche associato a una crescita delle assenze dal lavoro in generale. Chi sogna una brillante carriera, quindi, farebbe bene a trovare una giusta via di mezzo e a non farsi fagocitare dal lavoro.

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