Laureati e lavoro, una class action contro le università Usa
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Percentuali false sui neolaureati che trovano impiego: class action contro le grandi università Usa

da | Mag 2013 | News | 0 commenti

Due avvocati statunitensi – Jesse Strauss e David Anziska – hanno deciso di lanciare una vera e propria class action contro le università Usa, accusandole di aver diffuso finora dati non veritieri circa le percentuali di laureati che riescono a trovare lavoro dopo aver ottenuto il tanto agognato titolo di studio. Alcuni di questi atenei avrebbero addirittura sostenuto che più del 90 per cento dei propri iscritti hanno trovato un’occupazione, entro un anno dal conseguimento della laurea, ma in realtà le cose non stanno affatto così.

Diversamente da quanto si possa immaginare, anche gli Usa – nonostante per anni siano stati la meta preferita di molti ragazzi in cerca di una buona sistemazione – si trovano a fare i conti con il problema dei neolaureati senza lavoro. E benché frequentare l’università costi molto caro, molto spesso ci si ritrova a fare qualcosa che esula completamente da quanto studiato. Una situazione, in sostanza, non molto differente da quella che si riscontra nel nostro Paese. Ciò che, però, ha fatto letteralmente infuriare gli studenti americani è che le università che frequentano abbiano presentato, invece, delle percentuali completamente false rispetto al numero di laureati che trovano un’occupazione. Da qui la class action.

In base a quanto denunciato, se fossero stati presentati dei dati corretti, molti studenti non si sarebbero iscritti a determinate università e la stragrande maggioranza si sarebbe risparmiata anche la richiesta di prestiti d’onore per pagare le altissime rette, che dopo la laurea dovranno restituire. Impresa assai difficile, visto le difficoltà di trovare un lavoro ben retribuito e degno di tale nome. Altre statistiche, infatti, hanno rivelato che solo il 55 per cento di chi consegue la laurea riesce a trovare poi un impiego nel settore per cui ha studiato. Questo entro i nove mesi dal conseguimento del titolo di studio.

Secondo i promotori della class action, infatti, i dati fasulli diffusi da alcuni grandi atenei Usa non avrebbero tenuto conto di che tipo di lavoro i neolaureati stavano svolgendo e molti dei lavori considerati erano del tutto al di fuori dal campo di studio in cui ci si era specializzati. In California, dove le cause contro gli atenei sono già iniziate e le leggi in difesa dei consumatori sono molto rigide, i giudici hanno finora accolto cinque ricorsi presentati contro San Francisco’s Golden Gate University, Soutwestern, San Diego’s Thomas Jefferson, University of San Francisco e California Western School of Law.

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