Premi Ig Nobel 2010, tra i vincitori anche 3 italiani
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Ig Nobel, quando la ricerca fa ridere. Tra i vincitori 2010 anche 3 italiani

da | Ott 2010 | News | 0 commenti

premi ig nobel 2010


Immancabili sono tornati anche per questo 2010 i Nobel “ignobili” anche detti “Ig Nobel“, vale a dire i premi conferiti alle ricerche più improbabili del mondo, ormai un cult internazionale. Come ogni anno si è appena svolta, infatti, la cerimonia all’interno del teatro dell’Università di Harvard, organizzata dalla rivista Annals of Improbable Research, che ha premiato le ricerche più buffe. Ricerche che – come dice il claim dell’iniziativa – fanno prima ridere e poi pensare, a dimostrazione del fatto che è difficile stabilire a prescindere il valore della scienza in quanto tale. Quest’anno tra i vincitori anche tre italiani – Alessandro Pluchino, Andrea Rapisarda e Cesare Garofalo, dell’Università di Catania – a cui è stato assegnato l’ig-nobel per il management per uno studio che dimostrava come “è matematicamente provato che le società di lavoro più efficienti sono quelle che promuovono personale a caso”.

Accanto al premio vinto dal team catanese, ovviamente, anche gli altri ig-nobel. Quello per la Medicina, ad esempio, andato a un team di Psicologi dell’Università di Amsterdam per aver scoperto che le difficoltà respiratorie causate dall’ asma possono essere alleviate da ripetuti giri sulle montagne russe. O quello per la Fisica vinto dal team dell’Università di Otago, in Nuova Zelanda, per aver dimostrato che le persone hanno meno probabilità di scivolare sul ghiaccio se indossano i calzini sopra le scarpe. Non solo, tra gli ig-nobel 2010 anche il premio per la Pace a un gruppo di psicologi della Keele University, per aver confermato che bestemmie e imprecazioni alleviano il dolore fisico.
Ultimo ma non meno importante – per l’ironia con cui chiama in causa l’attualità – ricordiamo anche l’ig-nobel per la Chimica assegnato a Eric Adams, al MITe ad alcuni ricercatori della BP, società responsabile del disastro del Golfo del Messico, per aver annullato la credenza che “olio e acqua non si mescolano”.
(Foto Flickr di Jeff.Dlouhy)

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