Giannini, ricetta rilancio Università: "Basta burocrazia e baroni"
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Giannini: “Meno burocrazia, più fondi in base al merito per il rilancio dell’Università italiana”

da | Lug 2014 | News | 0 commenti

Come ridurre la forbice tra Nord e Sud? Dicendo basta a baroni e burocrazia soffocante. Questa la “ricetta” dell’attuale ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, affinché ci sia un rilancio generale dell’Università italiana e, in particolare, degli atenei meno competitivi, che – stando alle classiche sia nazionali sia internazionali – si trovano in numero maggiore nelle regioni meridionali dello Stivale. La rivelazione durante un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa.

Per il rilancio dell’Università, Stefania Giannini fa sapere che “nel 2014 il fondo di finanziamento ordinario per le università italiane non sarà intaccato da nuovi tagli lineari“. Le risorse verranno assegnate all’80 per cento in base al costo standard di uno studente in corso. Non solo. Per dare una bella sterzata ai baroni accademici e togliere loro più potere possibile, verranno introdotte delle “regole semplici e internazionalmente condivise”, utili per controllare meglio come vengono spesi dai vari atenei i fondi elargiti dal governo.

Affinché avvenga un rilancio concreto dell’Università italiana, la ricetta del ministro Giannini prevede, tra le altre cose, un “riordino degli enti, in termini anche di razionalizzazione e aggregazione tematica. I soldi andranno a chi non li spreca e nessun barone distribuirà più cattedre“. Inoltre, per favorire l’azione dei vari atenei nelle rispettive autonomie, il piano prevede semplificazione e delegificazione, “un nuovo sistema di ripartizione delle risorse basato sui costi standard e sulla premialità, margini più ampi di autonomia agli atenei con migliori indicatori di sostenibilità economica”.

Per rilanciare le università del Sud, invece, Stefania Giannini spiega che occorre avere il coraggio per valorizzare quei settori di eccellenza che già hanno: “Non si può fare tutto, tutti, ovunque, nella stessa misura. Ci vuole il coraggio di scegliere su quali campi puntare“. A tal proposito, gli atenei dovranno essere messi nelle condizioni di poter esprime la propria autonomia responsabile. Infatti, “un sistema dell’istruzione superiore che è ormai per definizione europeo ed internazionale non può più lavorare su una generalizzazione delle competenze”.

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