Furti di Nutella: alla Columbia University scoppia lo scandalo
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Ladri di Nutella: alla Columbia University scoppia lo scandalo

da | Mar 2013 | News | 0 commenti

Spopola la Nutella alla Columbia University, con tanto di “furti” dalla mensa. E tra consumismo e conti nelle tasche dell’ateneo americano, lo “scandalo Nutella” arriva fino alla home page del sito del New York Times.

Da circa un mese una delle mense del celebre ateneo newyorkese, la Ferris Booth Commons – che serve tra i 2.400 e i 3mila studenti al giorno – ha inserito la Nutella nel menu quotidiano, e non solo nelle crêpes servite nel weekend. Da allora, secondo il giornale locale Columbia Spectator, ne sono stati consumati fino a 45 chili al giorno, per un costo di 5mila dollari alla settimana. Continuando così, la somma che la Columbia University dovrà sborsare per la Nutella ammonterebbe a 250mila dollari all’anno.

Un po’ imbarazzati, i responsabili del servizio mensa hanno dichiarato per bocca del direttore Vicky Dunn che la domanda di Nutella “è stata maggiore del previsto”: oltre a consumarla durante i pasti, i ragazzi riempiono le tazze e si portano in stanza interi barattoli, per spuntini notturni o pause dolci durante lo studio. Del resto, con le rette che pagano per la mensa, molti di loro si sentono liberi di fare questi piccoli “furti” di cibo.

Intanto la Columbia University, dopo aver smentito i dati dello Spectator – “circa dieci volte maggiori di quelli reali”, hanno dichiarato dall’ateneo -, è in silenzio stampa quanto ai costi sostenuti per l’italianissima crema al cacao e nocciole. Gli studenti possono per il momento però stare tranquilli: per ora non c’è nessuna intenzione, pare, di privarli della Nutella. Ma è quasi certo che d’ora in poi chi di dovere ci penserà due volte prima di servire altro cibo “di lusso” – commenta lo Spectator. Su Facebook, invece, in seguito a questo caso si discute di alimentazione, mense e consumismo alimentare.

Insomma, tra piccoli “furti” e spese ingenti si è creato un vero affaire dai risvolti dolci, che unisce “tre cose che amano alla Columbia: la Nutella, le lamentele sulla mensa e su come l’amministrazione gestisce le cose”. Parole della ‘gola’ profonda del caso, Peter Bailinson.

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