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Esami con l’auricolare e corsi fantasma. Un arresto a Parma per esami truccati

da | Dic 2011 | News | 0 commenti

Sostenevano gli esami ricevendo le risposte nell’auricolare. Per questo e altri presunti illeciti commessi da un’associazione universitaria di Zibello, in provincia di Parma, carabinieri e Guardia di Finanza hanno tratto in arresto il presidente e fondatore per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla calunnia, al falso e alla ricettazione aggravata e continuata, più altri capi d’accusa per le altre 13 persone finite sotto inchiesta e per ora solo indagate.

L’associazione e il suo presidente, che avevano il ruolo di accompagnare dal punto di vista legale, amministrativo e tecnico l’iter universitario degli studenti in atenei italiani, telematici e stranieri (soprattutto odontoiatria in Romania), respingono le accuse parlando di calunnie nei loro confronti.

Gli inquirenti, che indagano dal 2007 e già nel 2009 avevano effettuato delle perquisizioni, avrebbero invece scoperto scambi di persona agli esami e casi di suggerimento delle risposte via cellulare. Inoltre, almeno quattro persone avrebbero conseguito il titolo senza aver sostenuto tutti gli esami e in alcuni casi l’organizzazione assicurava questo “servizio” fin dal momento dell’iscrizione.

Non solo esami con l’auricolare dunque. Secondo gli inquirenti l’attività dell’associazione avrebbe reso dal 2007 al 2009 4 milioni di euro e a uno studente il raggiungimento della laurea arrivava a costare fino a 80 mila euro. Degli 800 studenti coinvolti non tutti erano a conoscenza delle presunte attività illecite. Per ora sono state ritirate 4 lauree e altre 40 rischino di esserlo. Le indagini stanno approfondendo anche i legami con alcune università straniere, in Romania e Moldavia, per corsi fantasma e ingressi “strani” in facoltà a numero chiuso.

Sotto i riflettori anche l’impressionante mole di operazioni bancarie, oltre 13 mila, e una rete di onlus aperte e chiuse in poco tempo per ottenere finanziamenti. Coinvolto anche un ex direttore di banca che secondo l’accusa si prestava a coprire le presunte operazioni illecite.

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