Emergency e università, accordo per il perfezionamento dei chirurghi
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Emergency e università, accordo per il perfezionamento dei futuri chirurghi

da | Ott 2012 | News | 0 commenti

Un accordo per i futuri chirurghi, quello stretto qualche giorno fa tra Emergency e la Società Italiana di Chirurgia: gli studenti universitari che si specializzano per lavorare al tavolo operatorio potranno infatti trascorrere un periodo di tirocinio in un ospedale della famosa associazione fondata da Gino Strada. Un completamento del percorso formativo che non sarà classicamente tecnico, ma soprattutto etico e umano.
L’intesa è stata firmata, in occasione del primo Congresso generale unitario della chirurgia italiana, da Gino Strada e Gianluigi Melotti, rappresentanti delle due associazioni, d’intesa con cinque Scuole di Specializzazione in Chirurgia delle Facoltà di Medicina di Bari, FoggiaRoma Tor Vergata, Ancona e Sassari. Lo scopo dell’accordo è consentire ai futuri chirurghi di approfondire la propria professionalità in contesti difficili, nei quali l’abilità e sofisticati macchinari spesso non costituiscono l’elemento determinante.

Emergency è infatti un’associazione che ha come scopo “offrire cure medico-chirurgiche di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà”. Niente contesti protetti, dunque: gli studenti aspiranti chirurghi si troveranno a lavorare in scenari disagiati, affontando situazioni estranee alle classiche esperienze accademiche e imparando a gestire la sofferenza in ambiti inconsueti.
Gli studenti che intendono partecipare al programma potranno farlo al quinto o sesto anno, cioè quando, per normativa, è prevista la possibilità di svolgere un periodo di perfezionamento in Italia o all’estero della durata di 6-12 mesi. Tra gli ospedali in cui sarà possibile svolgere il periodo di formazione ci sono quelli di Sierra Leone e Afghanistan, tra le zone più “calde” del pianeta.
I futuri chirurghi saranno guidati in questa esperienza da medici di Emergency, che faranno loro da tutor. Un passo in più nella direzione di un sapere che non resti rinchiuso all’interno di confini noti e spesso accademici, ma possa ampliarsi e migliorare grazie a un contatto sempre più stretto con realtà diverse in tutto il mondo.

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