Una “decisione irrevocabile” quella di Massimo Zennaro che ha deciso di rassegnare le dimissioni da portavoce di Mariastella Gelmini a seguito della polemica generata dall’episodio della nota stampa sull’ormai famoso tunnel. Un comunicato in cui la Gelmini si congratulava per “il superamento della velocità della luce”, ottenuto grazie a un immaginario e ormai leggendario “tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso”, “costruito” grazie a 45 milioni di euro investiti dal governo italiano. Il ministro Gelmini aveva difeso quel comunicato, definendo la polemica “ridicola e destituita di ogni fondamento”. Ma senza esplicitare la motivazione Zennaro ha lasciato l’incarico continuando però a svolgere l’incarico di direttore generale del Miur.
La “gaffe” del ministero dell’Istruzione ha prodotto un’ondata di scherno e di ilarità nei confronti del ministro Gelmini. Nessuno si è però domandato chi sia stato il vero artefice di questo scivolone (visto che, si sa, i ministri parlano sempre per mezzo di altri).
Forti le reazioni della minoranza che rincara la dose contro la Gelmini. Il capogruppo del Pd nella commissione Cultura della camera, Manuela Ghizzoni, descrive le dimissioni del portavoce del ministro un atto dovuto, ma definisce stupefacente che Zennaro, classe 1973, manterrà l’incarico di direttore generale del Miur. E si attacca al tanto criticato passato di Zennaro: “Già a suo tempo criticammo questa nomina per l’assenza del profilo culturale e professionale del portavoce. Oggi la sua permanenza diviene oltreché incomprensibile, insopportabile”.
Insomma, Zennaro non smette di essere al centro delle polemiche. Quando, nel settembre 2008, nominò Zennaro come direttore generale alla comunicazione, con 156mila euro lordi di stipendio, furono in molti a storcere la bocca: oltre a una laurea in Scienze politiche Zennaro poteva vantare solo un’esperienza come responsabile della comunicazione alle Politiche sociali del Comune di Milano.
Ma la Gelmini lo volle accanto a sé, tanto da non curarsi delle polemiche. E ora, a distanza di pochi anni, il polverone si è risollevato. Peraltro pare che l’ormai ex portavoce sia già stato scelto per un nuovo “prestigioso” incarico: quello di rilanciare l’immagine culturale di Barbara Berlusconi, la figlia del presidente del consiglio e dirigente del Milan calcio che ambisce a investire nel mondo della cultura.