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Ddl università, diffuse e pacifiche le proteste a Roma

da | Dic 2010 | News | 0 commenti

Sono già in cammino verso i quartieri popolari della Capitale gli studenti che oggi manifestano contro il ddl Gelmini. Confermata dunque la scelta di lasciare “nel loro isolamento” i palazzi del potere per raggiungere andare “fra la gente” con cortei spontanei e senza avvertire le forze dell’ordine.
Numerosi i manifestanti diretti ai quartieri Pigneto e San Lorenzo, ad alta densità studentesca, ma le forze dell’ordine stamattina erano discretamente schierate anche in zone come il Quadraro e Cinecittà. Con i cappelli da Babbo Natale e le chitarre, i ragazzi in partenza dalla Sapienza hanno intonato un inno sulle note della canzone Waka Waka. “Ministro Gelmini, non siamo mica cretini. Noi vogliamo studiare, vogliamo ricercare, per una cultura libera e pubblica. Viva l’università libera e pubblica”.

Anche la Rete degli studenti scende oggi in piazza al grido di “Blocchiamo il ddl”. In una nota l’associazione accusa il governo di tagliare “il presente e il futuro” dei giovani e annuncia proteste diffuse e pacifiche all’insegna di lezioni in piazza, flash-mob e occupazioni di stazioni e monumenti. Gli studenti assicurano che la loro mobilitazione non cesserà anche nel caso in cui passi il ddl al Senato. “continueremo a mobilitarci per cambiare l’istruzione – spiegano – ma non come vuole fare questo governo”.
Alcuni studenti si sono diretti verso la sede della Cgil con un grande pacco regalo contenente una lettera in cui chiedono al sindacato di indire lo sciopero generale. Al fianco degli universitari anche i liceali, riuniti a piazza Trilussa in direzione del centro. I giovani tengono a dissociarsi dalle violenze e rivendicano di non essere black block. “vogliamo proseguire la nostra mobilitazione con margherite e travestimenti e non sfasciando vetrine” spiegano.
Intanto a Palazzo Madama restano circa 400 gli emendamenti da esaminare in giornata. E dopo la bagarre in Aula di ieri, c’è il rischio che slitti l’ok definitivo. Se l’Aula non decide di prolungare i lavori a oltranza, la riforma diventerà legge con tutta probabilità domani.

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