Il cervello degli intelligenti funziona diversamente
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Cervello: quello delle persone intelligenti funziona diversamente

da | Set 2015 | News | 0 commenti

Perché alcune persone hanno successo e altre no? E cosa rende così speciali le persone intelligenti? Tutta questione di cervello. Secondo una ricerca da poco pubblicata sull’autorevole rivista Nature Neuroscience e realizzata in collaborazione tra Oxford e le università di Washington e del Minnesota, il segreto è proprio nella loro testa.

Nel cervello degli intelligenti esisterebbero delle differenze a livello funzionale, che fanno emergere tratti positivi come un’ottima memoria, un lessico ampio e forbito, successo negli studi e una sensazione di appagamento generale. Per gli altri la cui testa non ha lo stesso funzionamento, invece, ciò sembrerebbe essere la causa di aspetti quali la tendenza all’irritabilità, quella a trasgredire le regole, l’uso di sostanze stupefacenti e un sonno scarso e/o disturbato.

 

L’intelligenza, dunque, secondo i ricercatori anglo-americani, sarebbe spiegabile con il diverso tipo di interazione esistente tra le parti del cervello. Se le connessioni neurali funzionano in un certo modo, si manifestano abilità cognitive e sociali più spiccate rispetto a quelle riscontrabili in chi ha connessioni differenti.

La scoperta è arrivata dall’analisi della risonanza magnetica cerebrale di 461 volontari sani. Confrontandole, hanno creato una mappa che evidenziava gli aspetti comuni e, in seguito, hanno esaminato 280 misure comportamentali dei volontari, tra cui il lessico, il reddito e il grado di istruzione. Quello che ne è risultato è che il cervello delle persone intelligenti e di successo mostra connessioni neurali simili in termini di quantità e qualità.

Basterà, quindi, trovare il modo di potenziare queste connessioni per aumentare l’intelligenza? Ancora è presto per dirlo. “È una domanda aperta – ha spiegato il professor Stephen Smith, dell’Università di Oxford – sappiamo da altre ricerche che è possibile migliorare le performance cognitive con l’allenamento, ma non sappiamo ancora se questo vale anche per i segnali scambiati”.

La ricerca fa parte di uno studio molto più ampio sulle connessioni sinaptiche del cervello umano, denominato Human Connectome Project (HCP), che ha richiesto un investimento di ben 30 milioni di dollari.

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