Dimenticanza adattiva: il nostro cervello rimpiazza i ricordi
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Il cervello rimpiazza i ricordi: la nostra mente cancella una memoria per richiamarne un’altra

da | Mar 2015 | News | 0 commenti

Per ricordare una cosa, occorre scordarne un’altra. Si chiama ‘dimenticanza adattiva’ e secondo alcuni ricercatori britannici è un meccanismo adottato dal nostro cervello per fare spazio alla memoria di nuovi dettagli. Quando cerchiamo di richiamare alla mente un ricordo, la mente ne cancella altri che potrebbero essere ‘concorrenti’ con esso e disturbare la memoria. Insomma, se ci sforziamo di far riaffiorare qualcosa in particolare inconsciamente eliminiamo qualcos’altro, che diventa inaccessibile. Come dire che – pur non sapendolo – operiamo una selezione dei nostri ricordi.

Il meccanismo della dimenticanza adattiva era già noto agli studiosi, ma non si era mai riusciti a isolarlo, ‘fotografandolo’ attraverso tecniche di imaging cerebrale. A farcela sono stati un gruppo di ricercatori dell’Università di Birmingham e della Mrc Cognition and Brain Sciences Unit di Cambridge. Lo studio condotto dagli scienziati si è meritato la pubblicazione sull’autorevole rivista Nature Neuroscience.

Gli studiosi britannici hanno sottoposto a un gruppo di volontari una serie di immagini. Poco dopo hanno chiesto loro di ricordane alcune e durante questo processo ne hanno tracciato l’attività cerebrale attraverso la risonanza magnetica funzionale. Il test si è svolto in più sessioni e ciò che è emerso è che nei volontari la memoria di ciò che era stato chiesto di richiamare alla mente diventava più vivida ad ogni sessione, mentre parallelamente si indebolivano altri ricordi che avrebbero potuto creare confusione.

La dimenticanza adattiva, però, non operava immediatamente: inizialmente tutti i ricordi venivano riattivati, ma pian piano si consolidavano solo quelli legati alla richiesta degli scienziati, mentre gli altri venivano ‘spenti’. Dagli esami diagnostici, infatti, è emerso che il cervello sopprimeva selettivamente i meccanismi corticali che sottostavano ai ricordi che avrebbero potuto ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo.
La scoperta, secondo i ricercatori, potrebbe avere un’enorme importanza in ambito giudiziario, soprattutto per quanto riguarda il ruolo dei testimoni oculari nei processi. Quando essi vengono interrogati, infatti, più e più volte vengono loro rivolte domande specifiche, cosa che potrebbe portarli a dimenticare altri particolari, con il rischio che poi sembrino poco credibili perché hanno una memoria troppo a sprazzi.

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