Università, il futuro è digitale. Carrozza: "Una scelta inevitabile"
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Carrozza: “Università digitale scelta inevitabile. I governi incentivino online e banda larga”

da | Nov 2013 | News | 0 commenti

Il futuro dell’università è digitale. Ne è convinta il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, che intervenendo a Bruxelles al Consiglio Educazione, Cultura e Giovani dell’Unione Europea ha parlato di “scelta inevitabile” esortando i governi a “incentivare i servizi online che democratizzano l’insegnamento e sviluppare la piattaforma digitale a banda larga”.

Il consiglio UE è stato interamente dedicato all’esame degli attuali scenari di istruzione superiore e università nei Paesi membri. Scenari in cui dominano la globalizzazione crescente e gli sviluppi della tecnologia, con la sempre maggiore diffusione di risorse pedagogiche libere e dei Moocs, i corsi universitari online gratuiti e aperti a tutti. E, per una volta, l’Italia non è rimasta indietro, anzi è stata tra i primi a investire in questa sfida attraverso gli atenei telematici e i corsi a distanza (come quelli pionieristici di UniNettuno).

Tra gli effetti dell’avvento del digitale ci sono una maggiore possibilità di accedere al sapere e, come ha spiegato anche il ministro Carrozza, l’intensificazione della concorrenza tra gli atenei di tutto il mondo. Uno dei vantaggi della digitalizzazione dell’istruzione universitaria è, infatti, quello di poter uscire dai propri limiti territoriali e dalla propria dimensione fisica, per attrarre studenti provenienti da ogni parte del mondo, da conquistare con eccellenza e internazionalizzazione dei contenuti. Ma, ha spiegato Carrozza, per un pieno sviluppo delle potenzialità offerte dal digitale è necessario che vi sia l’impegno da parte dei governi a “garantire la qualità dell’insegnamento a distanza e assicurare pari opportunità per tutti”. Impegno che l’Italia ha già assunto intraprendendo un processo di valutazione dell’offerta formativa degli atenei telematici.

La dimensione digitale, ha poi specificato il ministro, non deve essere propria solo delle università e della ricerca. Serve più attenzione anche da parte delle scuole, relativamente “alla formazione degli insegnanti, alla loro selezione e al loro aggiornamento”, che dovrà passare anche attraverso un prossimo “adattamento al libro digitale”. La priorità? Evitare che si allarghi il digital divide, quel divario tra chi ha accesso e dimestichezza con le tecnologie dell’informazione – e, sempre più, anche dell’istruzione – e chi ne è estraneo. Anche perché, ha chiosato Carrozza, in futuro la distinzione tra formazione tradizionale e online “varrà sempre meno”.

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