Effetto recessivo dal calo di studenti stranieri in Australia
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Australia, effetto recessivo per il calo di studenti stranieri

da | Ago 2011 | News | 0 commenti

Il forte calo del numero di studenti stranieri nelle università australiane genera un effetto recessione nel Paese, con perdite di milioni di euro nel sistema accademico. Un recente rapporto in materia prevede un continuo declino di “incoming students” a seguito di un giro di vite del governo sulla possibilità di ottenere la residenza permanente dopo la laurea.

Negli ultimi dieci anni, il miraggio di un visto di residenza permanente ha attirato un numero sempre crescente di studenti asiatici, per lo più indiani e cinesi, che si sono iscritti a università e istituti tecnici a decine di migliaia. Ma le stime evidenziano che, dopo la decisione del governo, il numero dei visti permanenti rilasciati scenderà da 20mila a 4mila all’anno. E la priorità verrà data ai richiedenti con buona esperienza professionale.

Il taglio selvaggio ai visti per gli immigrati viaggia di pari passo al calo di iscrizioni di studenti stranieri negli atenei. All’inizio di quest’anno, il dipartimento Immigrazione australiano ha calcolato che le domande di visto dalla Cina sono diminuite del 20 per cento, anche se i responsabili del settore universitario avevano temuto che il crollo potesse addirittura essere del 40 per cento. La Cina portava in Australia un quarto dei 400mila studenti stranieri iscritti negli istituti di istruzione superiore e un terzo dei 200mila iscritti a corsi di specializzazione.

Le iscrizioni provenienti dall’India sono diminuite maggiormente a causa delle restrizioni dei visti legata agli attacchi a studenti indiani nelle capitali orientali dello Stato. Il valore crescente del dollaro australiano, insieme con la crescente concorrenza di Inghilterra e America, hanno aggiunto pressione sugli studenti stranieri per guardare altrove per studiare. Preoccupati i vertici dell’alta istruzione australiana che a meno di marce indietro del governo prevedono un forte calo della qualità didattica legato alla diminuzione sostanziale delle rette versate agli atenei.

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