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Studenti fuori sede, pochi alloggi universitari e affitti alle stelle. I fondi immobiliari fiutano l’affare

da | Ott 2011 | News | 0 commenti

Studiare all’università costa, ma agli studenti fuori sede costa ancora di più. L’aumento delle spese universitarie, infatti, riguarda anche i costi per prendere in affitto camere e posti letto. Su questo fronte ancora troppo pochi sono gli alloggi universitari destinati gratuitamente o a costi contenuti, agli studenti meritevoli ed economicamente bisognosi.

Una carenza aggravata anche dall’aumento esponenziale degli studenti che negli ultimi anni hanno cambiato città per affrontare il percorso universitario: se nel 2006 i fuori sede erano 350 mila, nel 2010 sono saliti 750 mila a fronte di una disponibilità di circa 46 mila alloggi universitari.Senza contare gli oltre 62 mila studenti stranieri presenti nel nostro Paese.

Tra pubblico e privato, secondo la stima di Scenari Immobiliari, si giunge a 64.500 posti letto in 714 strutture. Con il paradosso che dei 14,5 milioni di metri quadri di proprietà immobiliari (per un valore di 34,4 miliardi di euro) facenti capo agli atenei italiani, soltanto una minima parte è destinata a residenze studentesche: 1,3 milioni di metri quadri per un valore di 3,4 miliardi di euro.

Il recente Rapporto Federconsumatori sui costi della vita da universitario rivela che un fuori sede in terza fascia, cioè con 40 mila euro di reddito familiare lordo, spende in media 9.211 euro annui affittando una stanza singola (+9 per cento rispetto al 2010) e 8.101 euro annui affittando una stanza doppia (+12 per cento rispetto al 2010). Di poco inferiore la spesa per gli studenti in seconda fascia, con un reddito lordo inferiore ai 20 mila euro, per i quali le spese di alloggio fanno registrare un tasso di aumento analogo alla terza fascia.

Non potendo accedere agli alloggi pubblici e alle case dello studente, molti fuori sede sono costretti a prendere in affitto, spesso in nero e assieme a più compagni, abitazioni private i cui canoni di locazione mensile difficilmente scendono sotto i 700 euro. Ma anche ricorrendo al mercato degli alloggi privati non è facile trovare una sistemazione: secondo l’Associazione nazionale degli studenti fuori sede esiste solo un alloggio disponibile ogni 15 studenti. 

Parte di questo fenomeno è anche la tendenza al pendolarismo confermata dall’ultima indagine di Eurostat sulle condizioni di vita e di studio degli studenti universitari italiani. Il rapporto rivela che il 50,6 per cento per abbattere i costi dell’affitto e per la difficoltà di reperire un alloggio sceglie di fare il pendolare, rinunciando di fatto a vivere pienamente l’esperienza degli studi universitari.

Con la grave crisi economica in atto è difficile fare previsioni sull’aumento della disponibilità di alloggi e residenze universitarie pubbliche, anche se il ministero dell’Istruzione, il 7 febbraio di quest’anno, ha varato il decreto per le procedure di erogazione di finanziamenti agli enti pubblici che presenteranno progetti di ampliamento o nuova costruzione di residenze e alloggi per studenti. Sulla base del provvedimento ministeriale, Regioni, Province, Comuni e università hanno approntato convenzioni e partnership per ampliare il numero di alloggi disponibili.

Ma per consentire all’Italia di recuperare il gap rispetto agli altri Paesi europei ci sarebbe bisogno di un investimento di oltre 4 miliardi di euro, grazie al quale di potrebbero realizzare 75 mila alloggi. E se in questa fase i soldi non possono arrivare dalle casse dello Stato, sono già al lavoro i fondi immobiliari, che valutando le potenzialità del mercato puntano su alleanze con i soggetti istituzionali per rispondere a una domanda sempre più pressante.

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