Con le dimissioni di Letta da presidente del Consiglio e il conferimento dell’incarico a Matteo Renzi, che in queste ore sta preparando la squadra di governo, sono giunti anche i saluti di commiato di Maria Chiara Carrozza. L’altamente probabile addio del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca scelto da Enrico Letta, ha scatenato una serie di commenti, soprattutto tra gli studenti. Che sul suo operato di questi mesi si dividono e, mentre l’Unione degli universitari (UDU) dirama un comunicato stampa dal tono critico, sui social network si forma un fronte pro-Carrozza che ne chiede la riconferma.
Maria Chiara Carrozza ha dato l’addio al suo incarico con un comunicato pubblicato sul sito del MIUR. Più che positivo il bilancio che il ministro dell’Istruzione uscente ha tracciato del proprio mandato: aumento dei fondi per le borse di studio, risorse per la mobilità e l’orientamento in uscita dalle scuole secondarie, e integrazione del Fondo di finanziamento destinato a università ed enti di ricerca.
Da subito la Rete si è popolata di pareri e commenti sull’operato del ministro, che mostrano come studenti e addetti ai lavori siano divisi sul giudizio da dare alla sua esperienza al ministero dell’Istruzione. C’è chi ne elogia il comportamento, tanto che su Twitter si sono diffusi due hashtag – #carrozzaalmiur e #carrozzanonsitocca – per chiedere la riconferma del ministro nel nuovo esecutivo. Non solo studenti, ma anche ricercatori e precari del mondo della scuola sono i protagonisti di questo vero e proprio tweet-mob in favore di Carrozza, che per molti è stata finora un ministro capace e coraggioso, che ha saputo mantenere le promesse fatte.
Sul fronte dei critici c’è invece l’UDU, che ha diffuso un comunicato stampa che ribatte a quello di addio del ministro, ridimensionandone i successi. Gli aumenti dei fondi per università e borse di studio? “Risultati del tutto parziali, che rappresentano certamente un elemento positivo, soprattutto perché stanziati a regime, ma sono il frutto delle battaglie studentesche e dell’azione parlamentare più che un merito del ministro”. Le ‘colpe’ del ministro Carrozza? Un turn-over giudicato complessivamente aggravato, la pessima gestione del bonus maturità, e “il pasticcio nella ripartizione dei punti organico, che ha aggravato i già pesanti squilibri tra i nostri atenei”.
Pro o contro Carrozza, tutti sono però concordi su cosa chiedere al nuovo governo: rimettere istruzione e università al centro del Paese, e ripartire dagli studenti. Con quale ministro? Lo scopriremo nelle prossime ore.
Ma stiamo parlando della stessa UDU che hafatto e continua a fare barricate contro il concorso nazionale di accesso alle specializzazioni mediche (http://www.uduaq.org/2013/04/16/regolamento-scuole-di-specializzazione-cl-nasconde-bozza-al-cnsu/), volendo mantenere l’attuale metodica clientelare e baronale di selezione ritardandone la riforma? Perché allora sarebbe proprio vero che gli studenti sono divisi, tra chi studia e pretende di veder riconosciuti i propri sforzi, e chi invece nell’italietta della raccomandazione e del posto acquisito per conoscenza ci sguazza.
Luca, Ma l’hai letto almeno l’articolo che hai pubblicato?
Sottoscrivo in pieno quanto detto da Luca. Il ministro Carrozza ha fatto quello che sarebbe normale e naturale in qualsiasi Paese meritocratico. Mi auguro che il nuovo ministro non sia legato alle solite baronie dell’università italiane altrimenti molti di noi saranno costretti ad emigrare in un Paese più civile.
@Giorgio: ho letto che volevano spostarla al 2020 (cito testualmente: “si chiedeva al ministro che il nuovo regolamento di accesso alle Scuole di Specialità mediche venisse applicato a partire dall’anno accademico 2019/2020”), permettendo per altri 6 anni ad autisti segretari e “figli di”, di entrare al posto di candidati meritevoli. Non prendiamoci in giro facendo finta di non capire che l’attuale concorso per l’accesso alle specializzazioni mediche è una vergogna inenarrabile! Nel quale le tanto millantate “regole” sono tranquillamente bypassate. Chi si oppone al cambiamento, immediato, di un siffatto sistema, se ne rende complice. D’altro canto questa a quanto pare non è solo l’opinione mia, ma di migliaia di altri studenti di medicina e giovani medici. E chi nei mesi scorsi per non si sa quali interessi ha preso determinate posizioni, se ne assumerà ora le responsabilità nei confronti dell’opinione pubblica studentesca, che non dimenticherà chi ha intralciato una riforma epocale.
Perché non si parla anche del diffusissimo #carrozzaacasa?